Page 9 - Bollettino di Numismatica on line - Materiali n. 16-2014
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Roma, Museo Nazionale Romano	     Collezione di Vittorio Emanuele III
BdN online, Materiali 16 (2014)                           Marco Bazzini

le pesantissime ristrettezze finanziare in cui versava Milano dopo le guerre contro Federico II non
avrebbero consentito di battere prima la nuova moneta. Può essere significativo il fatto che secondo
i piani del Comune, il quale negli ultimi anni della guerra aveva posto mano a una incisiva riforma
dell’estimo generale dei beni mobili ed immobili per il risanamento del bilancio dello Stato, il debito
pubblico avrebbe dovuto azzerarsi proprio nel 125633.

      Analogie stilistiche con monete precedenti, citazioni in alcune liste di monete inserite in prati-
che di mercatura o in trattati di algorismo due-trecenteschi e l’individuazione del loro tenore di fino,
permettono di fissare qualche punto fermo utile per suddividere cronologicamente gli ambrogini
in alcune tipologie principali e in diverse varietà secondarie. Indicazioni importanti per stabilirne
la giusta sequenza tipologica provengono inoltre dal ripostiglio di Cisano pubblicato nel 1922 da
Vicenzi in modo molto dettagliato34. Vicenzi ha suggerito come data di chiusura quella del 1268 ma
essa sembra troppo alta e a mio giudizio non può essere accolta poiché, tra altri motivi, compri-
me e riduce oltremisura il periodo di battitura di ciascuna singola tipologia35. Un termine ad quem
più realistico per il nascondimento del gruzzolo potrebbe essere quello dei primi anni ottanta del
Duecento dal momento che esso conteneva alcune monete di Bergamo per le quali recentemente è
stata proposta una datazione compresa tra il 1282 ed il 129036. Questa proposta cronologica sembra
inoltre confermata dalla presenza di ambrogini dal titolo ridotto, che dovrebbero essere stati emessi
tra la fine degli anni settanta e l’inizio degli anni ottanta37. L’ordinamento e la sequenza proposte
da Vicenzi sono quelle che ritengo essere le più corrette tra le tante finora suggerite dagli studiosi
e sono quindi quelle che si espongono in questa sede.

Prima tipologia (cat. nn. 237-246)
      È quella avente al dritto la leggenda mediolanv (Mediolanum) e al rovescio scs ambr (sanctus

Ambrosius). Nella Collezione Reale ve ne sono dieci esemplari i quali si possono suddividere in tre
varianti principali, le cui differenze interessano soprattutto la resa dei paramenti liturgici indossati dal
santo (casula, dalmatica/camice, pallio38) e quella della sedia episcopale sulla quale egli è seduto39.

      Variante “A” (cat. nn. 237-242)40
      Variante “B”41 (cat. nn. 243-244)42
      Variante “C” (cat. nn. 245-246)43
      La cronologia relativa di questa prima emissione di ambrogini resta incerta e anche quella
delle varianti in cui è stata suddivisa. Se il 1256 è verosimilmente il terminus post quem, quello ad
quem è invece per il momento impossibile da stabilire con certezza. Si tratta di una tipologia della
quale oggi si conoscono molti esemplari e questo fatto può essere indice di un periodo prolungato
di emissione44. La data qui proposta è quella della fine degli anni sessanta / inizio anni settanta del
Duecento, ma resta ulteriormente da precisare45.
      Complessivamente, il peso medio degli esemplari della collezione di Vittorio Emanuele III è
di g 2,86, però con un pezzo dal peso leggermente superiore ai g 3. Il titolo rilevato dagli Gnecchi
è di 968 ‰46, simile a quello registrato nella cosiddetta “Lista Columbia” (anbroscini sonno a once
12 meno 1/3)47 e confermato indirettamente da una citazione in un documento milanese del 1256, in
cui è specificato che 80 ambrogini contenevano una marca d’argento48. Un documento cremonese
datato 30 marzo 1256 ne attesta il valore in un soldo di denari imperiali49.

Seconda tipologia (cat. nn. 247-249)
      È quella con quattro crescenti nei cantoni della croce nel campo del dritto50. Per questa emis-

sione e quella successiva (terza tipologia) si suggerisce come periodo di coniazione quello degli
anni settanta del Duecento perché la quarta tipologia dovrebbe datarsi proprio alla fine del decen-
nio o al più ai primi anni ottanta.

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