Page 6 - Bollettino di Numismatica on line - Materiali n. 16-2014
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Roma, Museo Nazionale Romano	     Collezione di Vittorio Emanuele III
BdN online, Materiali 16 (2014)                           Marco Bazzini

      Non di meno l’istituzione comunale, con le sue cariche elettive semestrali o annuali (podeste-
ria, capitanato, ecc.), continuava a esistere, sebbene in gran parte controllata e gestita dal dominus
attraverso l’inserimento di famigliari o amici in posti chiave dell’amministrazione pubblica. Per que-
sto periodo mancano documenti che consentano di capire come veniva gestita la zecca milanese,
se data in appalto oppure fatta lavorare direttamente dal Comune tramite un superstes et magister
monete alle sue dirette dipendenze; né è noto se, una volta istauratasi la signoria, il signore riscuo-
tesse parte dei cespiti ricavati da quel diritto di signoraggio che in precedenza spettava al Comune
e prima ancora all’imperatore. Certo è che chi governò la città in quei sessant’anni non volle o
non poté apporre sulle monete alcun simbolo, sigla o nome che potesse farle mettere direttamente
in relazione con lui o in qualche modo richiamarlo5. Salvo il riferimento, su alcuni nominali, ad
imperatori del passato (Henricus, Fredericus), le monete di quest’epoca recano esclusivamente il
nome della città e del suo santo protettore (Ambrogius). Anzi, se si eccettuano le parentesi enricia-
na e lodoviciana, bisogna arrivare al 1329, con Azzo Visconti, perché sulle monete appaia il primo
riferimento esplicito al signore di Milano6. Si tratta a mio avviso di un fatto significativo che pone
interrogativi sull’effettiva portata della signoria in questo periodo o quantomeno sulla percezione
che di essa ebbero - o si voleva che avessero? - i Milanesi. Fatta questa premessa, nel catalogo si
è preferito indicare nel Comune cittadino l’autorità giuridica a nome della quale fu emessa la mo-
neta prima dell’arrivo in Italia di Enrico VII (fine 1310) e qui di seguito, per semplicità, si farà uso
dell’aggettivo “repubblicane” per intendere quelle stesse monete, sebbene la loro attribuzione ad
una Prima Repubblica milanese, di fatto mai esistita, oggi sia assolutamente improponibile.

      Numismaticamente parlando, quello qui considerato fu un periodo ricchissimo di emissioni tra
le quali spiccano gli ambrogini d’argento, coniati a partire dagli anni immediatamente successivi
alla metà del Duecento. La collezione di Vittorio Emanuele III di Savoia ne comprende cinquanta-
cinque pezzi e questa ricchezza e varietà di esemplari, forse unica al mondo, ha consentito di creare
una sequenza tipologica e di ricostruirne quasi integralmente la seriazione cronologica7.

      Complessivamente le monete qui catalogate sono centocinquanta, alle quali si è ritenuto op-
portuno aggiungere due lamine ottocentesche in piombo recanti l’impronta dei conî serviti per
creare falsificazioni dell’ambrogino d’oro e della rarissima moneta dal valore, forse, di sei denari
imperiali.

      Rispetto al Corpus Nummorum Italicorum si è cercato di precisare meglio autorità emittente
delle monete, durata delle emissioni e loro denominazione per offrirne un quadro complessivo
filologicamente più corretto di quanto non sia stato fatto in passato. Per tale motivo si è ritenuto
opportuno inserire qui i denari imperiali piani a nome di Fredericus imperator e alcune tipologie
di denari terzoli a nome di Henricus imperator che sul CNI e ancora di recente sono stati attribuiti
al periodo di Federico II di Svevia. Essi si devono invece datare a epoca successiva; probabilmente
furono coniati fino a poco prima dell’arrivo in Italia di Enrico VII di Lussemburgo8.

      Alla “Prima Repubblica” in passato sono stati attribuiti l’ambrogino d’oro “coi tre santi”, del qua-
le è presente in collezione uno dei pochissimi esemplari conosciuti, e i cosiddetti mezzi ambrogini
con il busto di sant’Ambrogio e leggenda mediolanvm. Mentre l’ambrogino d’oro è stato inserito in
questo fascicolo, i mezzi ambrogini sono invece stati omessi: studi recenti hanno infatti consentito
di precisarne meglio l’epoca di battitura e oggi si ritengono coniati tra il 1339 ed il 13549. Pertanto,
saranno inseriti nel relativo fascicolo del Bollettino di Numismatica on-line, Materiali.

      Riguardo alle monete milanesi a nome di Enrico VII di Lussemburgo e di Ludovico il Bavaro
mancano studi recenti che ne abbiano esaminato cronologie e denominazioni con più esattezza
di quanto non sia stato fatto nel CNI10. Sono soprattutto le emissioni di Enrico VII ad aver bisogno
di un approfondimento. Alcuni editti monetari di questo sovrano, già noti in passato ma forse non
adeguatamente indagati, insieme ad un’analisi accurata delle vicende storiche possono forse aiutare

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