La complessa storia del Museo Nazionale di Reggio Calabria è inestricabilmente intrecciata alla storia della città nella quale il Museo è sorto.
Una gestazione lunga e delicata, segnata da conflitti che Zygmunt Baumann oggi definirebbe "g-local", per di più in un territorio il cui ciclo vitale è inesorabilmente interrotto e contrappuntato, ormai da secoli, da terremoti devastanti e successive discutibili ricostruzioni.
Il medagliere del Museo Nazionale di Reggio Calabria - fatte salve le collezioni dell'ex museo civico - custodisce circa 8000 pezzi, raccolti a partire dall'inizio del XX secolo tra Calabria e Basilicata e provenienti da scavi regolari, rinvenimenti fortuiti localizzati, doni, acquisti di singole monete o di intere collezioni private.
Le monete con provenienza documentata sono ordinate secondo un criterio topografico - mentre è in corso di elaborazione la realizzazione di un database di tabelle materiali che vi permettano ricerche tematiche.
Nel 2009, dovendo procedere al disallestimento del Museo Nazionale di Reggio Calabria per i noti lavori di ristrutturazione, con il successivo trasferimento di tutti i materiali in un deposito esterno, si è dato inizio ad un importante lavoro di revisione e di controllo inventariale che ha riguardato in primo luogo i reperti numismatici esposti (fig.1) e, successivamente, quelli conservati all'interno del Medagliere, a cui è seguita una documentazione fotografica completa. Tale operazione di controllo e revisione è stata particolarmente importante, in quanto ha fornito l'occasione per determinare l'ammontare complessivo del patrimonio numismatico, nella ferma convinzione e consapevolezza che l'inaccessibilità dei medaglieri non ne assicuri sempre la salvaguardia e la tutela, garantite, invece, dall'inventariazione e, soprattutto, dalla documentazione fotografica.
Tutto il materiale numismatico del Medagliere del Museo di Reggio Calabria risulta registrato in due diversi inventari:
IL PATRIMONIO CHE STATE ESPLORANDO RAPPRESENTA LA MEMORIA DELLA COMUNITÀ NAZIONALE E DEL SUO TERRITORIO.
CONOSCERLO È UN DIRITTO, TUTELARLO È UN DOVERE