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Roma, Museo Nazionale Romano                                            Collezione di Vittorio Emanuele III

         Bollettino di Numismatica, Materiali 57 (2017)                                     F. Rossini - A. Toffanin



         nante (1480-1494) .
              Nel periodo successivo spettante al settimo duca di Milano, Ludovico il Moro, si conoscono
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         poche gride di cui una riferita alle istruzioni del Duca alla Zecca , tre di monete false  e altrettante
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         riguardanti il prezzo delle monete circolanti  . Da osservare che a nome del Duca di Milano ven-
         gono elencate dal Motta anche tre gride emanate ad Ambòise e ad Asti , ma si tratta ovviamente
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         di documenti emessi dal pretendente al Ducato di Milano, Ludovico d’Orleans, futuro Luigi XII di
         Francia .

         La questione cronologica
              Le monete emesse sotto il Ducato di Gian Galeazzo Maria sono di non facile attribuzione cro-
         nologica in assenza di documenti che ne attestino con certezza l’autorità emittente e la sequenza
         temporale . La cronologia classica introdotta dai fratelli Gnecchi  prevede la reggenza di Bona di
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         Savoia (1476-1481) seguita dalle emissioni di Gian Galeazzo Maria Sforza (1481) da solo, quindi la
         reggenza di Ludovico Maria Sforza (1481-1494) e infine le emissioni di Ludovico Maria Sforza da
         solo, come settimo duca di Milano (1494-1500) . Tale cronologia viene adottata, oltre che dai fratelli
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         Gnecchi, anche dal Corpus Nummorum Italicorum  e da Martini  . Crippa  propone di attribuire
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         genericamente al periodo di entrambe le reggenze (1476-1494) le emissioni sprovviste dei nomi dei
         tutori e, in particolare, al periodo 1476-1480 quelle per la reggenza di Bona di Savoia e al periodo
         1480-1494 quelle per la reggenza di Ludovico Maria Sforza, con la cautela però che le emissioni a
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         nome del solo Gian Galeazzo Maria potrebbero appartenere al primo periodo . Il MIR  ha adottato
         quest’ultima ipotesi di attribuzione e sequenza cronologica .
              Il MEC attribuisce le emissioni del solo Gian Galeazzo Maria al periodo iniziale (1476-1478) della
         reggenza di Bona di Savoia, mentre le monete con il ritratto della Duchessa sono assegnate al secondo
         periodo della reggenza (1479-1480)  . La reggenza di Ludovico il Moro viene anch’essa suddivisa in
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         due momenti in base all’utilizzo, nella leggenda del rovescio, delle forme patrvo o patrvvS  . A partire
         dal 3 novembre 1480 Ludovico Maria Sforza subentrò alla cognata Bona di Savoia nella reggenza del
         Ducato di Milano e quindi nell’emissione delle monete a nome di Gian Galeazzo che riportano tutte, al
         rovescio, da quella data in poi fino al 1492, la leggenda patrvo GvB(er)nante e patrvvS GvB(er)nanS, in riferi-
         mento allo zio tutore, dal 1492 fino alla morte del Duca avvenuta il 21 ottobre 1494 all’età di soli 25 anni .

         I doppi ducati e ducati in oro
              Nella presente catalogazione viene seguita la sequenza cronologica adottata da Matzke nel
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         Medieval European Coinage  attribuendo i  doppi  ducati che riportano il solo nome di Gian
         Galeazzo Maria unicamente al periodo della reggenza della madre Bona di Savoia .
              È possibile ipotizzare che la prima emissione sotto la reggenza di Bona di Savoia abbia inizio
         solo nel 1477  secondo i criteri formalizzati con la riforma monetaria attuata da Galeazzo Maria
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         Sforza nel 1474, comprendente il  doppio ducato (cat . nn . 1460-1464) che mantiene il diametro
         classico del doppio ducato di Galeazzo Maria e la trillina (cat . n . 1465), mentre si può presumere
         che le emissioni con il ritratto di Bona di Savoia, ovvero il doppio ducato di diametro inferiore (cat .
         nn . 1468-1469) e il grossone (cat . nn . 1470-1472) appartengano probabilmente al secondo periodo
         di reggenza, a partire dal 1479  . La data di emissione delle monete con ritratto di Bona di Savoia
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         è certa in quanto riportata espressamente nella Cronica Civitatis Placentiae di Giovanni Agazzari
         e Antonio Francesco Villa dove si legge: Eodem anno 1479 prefacta D . Ducissa fecit fieri grossos a
         soldis 20 super quos fecit sculpire suam imaginem naturalem quod a seculo numquam auditum est
         mulierem taliter sculpiri et similiter pro ea fecit aureos a duobus ducatis cum tali imagine et cum
         imagine filii sui Iohannis Galeaz ducis Mediolani  .
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