Page 11 - Bollettino di Numismatica on line - Materiali n. 57-2017
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Roma, Museo Nazionale Romano                                            Collezione di Vittorio Emanuele III

         Bollettino di Numismatica, Materiali 57 (2017)                                     F. Rossini - A. Toffanin



         e di Gian Galeazzo al rovescio (cat . nn . 1468-1469) . L’ignoto incisore che realizzò questi conii fu
         sicuramente influenzato dagli artisti che frequentavano la corte sforzesca in quegli anni, in primis
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         Ambrogio de Predis e Leonardo da Vinci  che disegna una fenice in posizione molto simile a quella
         che compare sul grossone .
              I successivi grossoni (cat . nn . 1475-1478) della reggenza di Ludovico il Moro ricalcano la se-
         quenza cronologica dettata dall’evoluzione della leggenda del rovescio da  patrvo  GvB(er)nante o
         GvB(er)natore a patrvvS GvB(er)nanS avvenuta attorno al 1492  . Essi sono, di conseguenza, emessi
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         fino a tale data con ritratto a testa nuda di Gian Galeazzo Maria Sforza, al dritto, e lo stemma di
         Milano sormontato dai due cimieri al rovescio e, successivamente al 1492, con il ritratto del giovane
         Duca al dritto e di Ludovico Maria Sforza al rovescio .
              Ludovico Maria, settimo duca di Milano, emetterà un grossone con un suo vigoroso ritratto al
         dritto e lo stemma di Milano con ai lati l’impresa dei tizzoni con le secchie .
              Il ritratto di Ludovico il Moro mostra una forte analogia con quello realizzato da Ambrogio de
         Predis e conservato nei codici della Biblioteca Trivulziana di Milano  .
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              Al 1497 risalgono due emissioni in rame, che si possono ipotizzare realizzate per un nuovo
         tipo di grossone, con il ritratto di Ludovico al dritto e lo stemma ducale posto tra le lettere l - v al
         rovescio, e di un probabile doppio ducato (oppure di un altro grossone) con il ritratto di Ludovico
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         al dritto e della giovane moglie Beatrice d’Este al rovescio, deceduta nel medesimo anno  . Il ritratto
         di Beatrice d’Este presenta una forte analogia stilistica con il busto in marmo realizzato a Ferrara nel
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         1490 da Gian Cristoforo Romano e conservato oggi al Museo del Louvre (inv . ML .10)  . Caratteristi-
         ca di queste due emissioni, molto probabilmente da ascriversi a prove, è quella di riportare, per la
         prima volta, la data espressa in numeri arabi .


         I grossi da 5 e da 3 soldi
              Nell’arco temporale preso in esame in questa sede, il periodo della reggenza di Ludovico
         il Moro fu il più prolifico per la zecca di Milano sia per la varietà dei tipi che per la quantità di
         monete emesse . I grossi da 5 e da 3 soldi furono introdotti nel primo periodo della reggenza di
         Ludovico Maria Sforza (1481-1492) e presentano tutti la leggenda di Ludovico in forma ablativa  patrvo,
         caratteristica di quel periodo . Il primo tipo di grosso da 5 soldi con l’impresa della scopetta (cat .
         nn . 1479-1480) fu sostituito con una nuova tipologia che presenta da un lato la testa di sant’Ambro-
         gio e dall’altro il cimiero coronato del Duca di Milano (cat . nn . 1481-1509) . Insieme al secondo tipo
         fu introdotto il grosso da 3 soldi con il morso di cavallo e l’elmo del reggente, non coronato (cat .
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         nn . 1512-1529) . La grida dell’ottobre del 1493  fa esplicito riferimento ai grossi ducali novi da 3 .
         La moneta da 3 soldi ebbe notevole diffusione nell’ultima fase della monetazione milanese di casa
         Sforza e dei reggenti francesi .
              Si osserva, inoltre, che sugli esemplari da 5 soldi del secondo tipo e sulla nuova moneta da 3 soldi
         compare l’utilizzo di rosette in leggenda esclusivamente sul lato riservato a Ludovico il Moro, mentre le
         emissioni di Gian Galeazzo Maria Sforza presentano sempre le classiche unghiette come elemento sepa-
         ratore in leggenda . Tale caratteristica è comune sul grosso da 3 soldi, rara su quello da 5 soldi .

         Trilline e denari
              La prima trillina coniata nel periodo in esame è sicuramente quella emessa al solo nome di
         Gian Galeazzo Maria Sforza (cat . n . 1465), che riprende i tipi di quella del padre ed è con molta
         probabilità una delle prime monete emesse nel periodo della reggenza di Bona di Savoia . Tale no-
         minale fu coniato anche nel periodo della reggenza di Ludovico il Moro (cat . nn . 1533-1550) e di
         Ludovico come settimo duca di Milano (cat . nn . 1602-1605) .


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