Page 8 - Bollettino di Numismatica on line - Materiali n. 57-2017
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Roma, Museo Nazionale Romano                                            Collezione di Vittorio Emanuele III

          Bollettino di Numismatica, Materiali 57 (2017)                                     F. Rossini - A. Toffanin



          Tabella D - Monete di Ludovico Maria Sforza nella Collezione di Vittorio Emanuele III*

                                                                                     Peso        Bibliografia
                                                                  N.
                 Nominale          Nominale CNI      Cat. n.              Peso (g)   medio   crippa  Toffanin s.d.
                                                               esemplari
                                                                                      (g)     1986   [ma 2013]
           Doppio ducato         Doppio testone d’oro  1574-1580  6 + 1 falso  6,78 - 6,99  6,93  1     228

           Grossone (cd . testone)    Testone       1581-1601  18 + 3 falsi  7,33 - 9,70  9,20  2       229


           Trillina                   Trillina      1602-1605      4      0,53 - 0,94  0,76    3        230

           Denaro                     Denaro          1606         1        0,41       1       4        231

                                                                 3 + 1
           Prova                   Prova in rame    1607-1610             7,01 - 9,49  8,36    7        232
                                                              riproduzione
                                                              3 in rame + 2
                                  Prova del testone
           Prova                                    1611-1615  riproduzioni  9,15 - 12,59  11,00  10    233
                                 in rame (e argento)
                                                               in argento
                                                                                              7 e 10
           Lamina della prova            -            1616         1         -         -             232-233 (cfr .)
                                                                                              (cfr .)
          *I pesi degli esemplari falsi non sono stati considerati .

          I documenti e le gride monetarie
               Dalla documentazione che ci è pervenuta appare evidente il tentativo da parte dei Duchi di
          regolamentare il circolante del Ducato, gremito di moneta falsa o straniera di cattiva lega: ben quin-
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          dici gride riportate dal Motta  nel periodo in esame trattano di moneta falsa e più di ventidue discu-
          tono dello “spendere e ricevere” le monete con divieto alla circolazione di molte monete straniere .
               Per quanto concerne la zecca di Milano nel periodo di Gian Galeazzo Maria Sforza, nel docu-
          mento del 16 gennaio 1477  viene nominato presidente della stessa Zecca Giovanni da Melzo .
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               Nella grida del 5 luglio 1477  nel riferirsi all’autorità viene usata la forma plurale “ill .mi et ex .mi
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          Principes” e in quella del 31 luglio 1477  viene esplicitato, riferendosi a Galeazzo Maria Sforza,
          “ill .mo Signore, quondam Consorte et Patre Vostro” quindi il riferimento a Gian Galeazzo Maria
          Sforza e alla duchessa madre Bona di Savoia è evidente . Nella grida medesima sono conferma-
          ti come maestranze di zecca Antonio da Castiglione e Giovanni Antonio Magno - compagni di
          Giovanni da Melzo - e nella precedente il riferimento al nuovo incanto della Zecca . Al 1477 sono
          da ascriversi alcune emissioni della coreggenza di Gian Galeazzo con la madre Bona di Savoia nel
          rispetto dei capitolati del 1474 . Da osservare come in tutte le gride emanate dal 5 luglio 1477  al 1
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          febbraio 1480  i due personaggi siano equiparati nel titolo ducale .
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               Nella grida dell’11 marzo 1488  vengono dettati quindici ordini di legislazione monetaria e nella
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          stessa si percepisce il nuovo ruolo di Ludovico il Moro in relazione ai Duchi, che viene chiamato
          “ill .mo Sig .re M . Ludovico” e redige gli ordini in qualità di presidente del Consiglio Ducale . In un
          passaggio ammonisce il “thesorero” della “ill .ma madona Duchessa” (Bona di Savoia ormai ritirata
          ad Abbiategrasso dal novembre 1480) . In altro passaggio viene citato semplicemente “il Duca” da
          riferirsi a Gian Galeazzo Maria Sforza . All’epoca della grida in questione Ludovico non aveva titolo
          ducale, spettante al giovane nipote che tuttavia di fatto risulta in secondo piano, mentre Bona di
          Savoia viene ricordata come duchessa, in qualità di consorte di Galeazzo Maria Sforza .
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               Nelle gride bandite dal 2 giugno 1486  al 3 novembre 1492  si fa sempre riferimento al Duca
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          di Milano in forma singolare  “ill .mo et Ex .mo Signore” . In effetti corrispondono al periodo di
          coreggenza del duca Gian Galeazzo Maria e dello zio Ludovico il Moro in qualità di Patruo Guber-


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