Page 6 - Bollettino di Numismatica on line - Materiali n. 36-2015
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Roma, Museo Nazionale Romano Collezione di Vittorio Emanuele III
Bollettino di Numismatica, Materiali 36 (2015) D. Fabrizi - A. Giuliani
sporadicamente, per le sole coniazioni in mistura (il denaro), dalla zecca di Brindisi. Prima d’allora,
sul modello svevo, la produzione spettava alle zecche di Brindisi e Messina, indipendenti sul piano
gerarchico e incaricate di approvvigionare, per competenza territoriale, l’area peninsulare del Regno
e la Sicilia; a loro fianco, poi, agiva la zecca di Barletta, allestita dal governo angioino per sostituire
la zecca di Manfredonia e deputata a potenziare le tirature auree. Da qui l’esigenza, per i regnanti,
di aprire una serie di zecche “minori” per ausilio nei periodi di guerra, quando l’instabilità politica
costringeva feudatari e universitates all’isolamento geopolitico, con una crescita esponenziale per i
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fenomeni di tesaurizzazione ed esportazione incontrollata della valuta pregiata . La capillarità delle
zecche dislocate nelle province settentrionali, confinanti con lo Stato della Chiesa, limitrofe ad alcuni
tra i maggiori circuiti fieristico-commerciali del Regno o proiettate sulle rotte balcaniche e l’Oriente
latino, portava una graduale reintroduzione della liquidità monetaria, che grazie all’assolvimento dei
carichi fiscali permetteva di attuare le strategie militari – con il pagamento di flotte e milizie – e la
ripresa degli scambi mercantili, oltre che delle piccole contrattazioni fra i sudditi. Le zecche minori
ricadenti in questa fascia di territorio, che oggi comprende parte del basso Lazio, l’Abruzzo e il Molise,
sono la maggioranza di quelle attive nell’età angioino-aragonese (secoli XIII-XVI), ma in questa sede
non verranno comprese le zecche attive in forma più stabile, Aquila (Abruzzo Ultra) e Gaeta (Terra
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di Lavoro), oggetto di separata pubblicazione, e Sulmona (Abruzzo Citra), già trattata singolarmente ;
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Tagliacozzo, invece, rientrando nello Stato della Chiesa viene inserita in Appendice.
Figura 2 – Geografia delle zecche, parte A
Periodi di emissione
La produzione delle zecche minori analizzate (fig. 2), che fonti e reperti documentano fino
allo scorcio del XV secolo e che gli estensori del Corpus Nummorum Italicorum hanno censito
organicamente nel volume XVIII (Italia meridionale continentale. Zecche minori), è racchiusa in
tre macro periodi , cui si aggiungono quelli di legittima sovranità per i cavalli aragonesi emessi ad
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Amatrice e in una zecca minore incerta che la tradizione letteraria colloca a Tagliacozzo , più le
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varie coniazioni “ribattute” (sempre cavalli) .
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I periodo: Grande Scisma d’Occidente (1378-1417)
• Zecca di Guardiagrele
− Ladislao d’Angiò-Durazzo re (1386-1414): bolognino (AR).
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