Page 12 - Bollettino di Numismatica on line - Materiali n. 35-2015
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Roma, Museo Nazionale Romano	     Collezione di Vittorio Emanuele III
BdN online, Materiali 35 (2015)          Arianna DʼOttone Rambach

   Figura 4 - Lettera di Michele Amari a Stanley Lane-Poole, Rome 2 mai 1876 (New York, American Numismatic Society)

briele Lancellotto Castello con tanto impegno ed onore attende ad illustrare le storia della sua Patria, che
somministrerà alla Repubblica Letteraria nuovi documenti, onde si venga a togliere ogni dubbio su questa
materia115. Certo Simone Assemani non poteva immaginare quanto sarebbe stata dibattuta la funzione e
l’uso di questi dischi di vetro arabo-islamici116 che, ancora oggi, continuano ad essere rinvenuti in terra di
Sicilia117.

      A Carlo Ottavio Castiglioni (1784-1849)118 si deve invece l’ipotesi secondo la quale questi gettoni
di vetro sarebbero dei pesi monetali e non dei nummi vitrei119. Si deve inoltre a Castiglioni la menzione
dell’esistenza di due collezioni di monete cufiche e gettoni vitrei di proprietà dell’allora viceré del Regno
Lombardo-Veneto, Ranieri Giuseppe d’Asburgo-Lorena (in carica dal 1818 al 1848)120. Queste collezioni
sarebbero state formate con l’aiuto di Giuseppe Acerbi (1773-1846)121, console austriaco in Egitto dal 1826,
che ebbe l’incarico di riunire il materiale. L’archivio Acerbi, presso la Biblioteca Teresiana di Mantova,
conserva memoria dei materiali acquistati da Giuseppe Acerbi per il viceré e tra questi figurano monete
nei tre metalli, pietre incise, un sigillo e una monetina “cuffica” in rame di Ruggero, oltre a un consistente
numero di gettoni vitrei, poco meno di 250 pezzi (fig. 3)122.

      Nella collezione di Carlo Alberto di Savoia (1798-1849), entrarono invece a far parte le monete e le
medaglie raccolte dal sig. Bartolomeo Bianchio di Bannio nel Caboul e nell’Afghanista123. Nella raccolta
reale confluirono inoltre, nel 1832, gli esemplari della collezione di monete che il console francese in Egitto
Bernardino Drovetti (1776-1852) aveva riunito124. Della Collezione Drovetti facevano parte poco più di tre-
mila esemplari e non è da escludere che vi fossero anche pezzi arabo-islamici, se ne consideriamo le prove-
nienze (Egitto, Cirenaica, Siria etc.). Appare legittimo domandarsi se i pezzi della Reale Raccolta Privata
di Torino che Vittorio Emanuele III inserì, nel 1901125, nella sua raccolta, non facessero originariamente
parte della collezione carloalbertina126. Anche un’altra provenienza meriterebbe ulteriori ricerche, si tratta
delle monete donate da Monsignor Giacinto Tonizza a Vittorio Emanuele III: Nel marzo del 1898 rappre-
sentò la Custodia della Terra Santa all’Esposizione di Torino dove ricevette il “Diploma di medaglia d’oro
per la rara collezione di nummi alessandrini da lui raccolti, ordinati e illustrati durante la sua permanenza
in Egitto”. A proposito di queste monete padre Angelo Nicacci afferma: “l’illustrazione delle monete rac-
colte – e poi donate a Casa Savoia – sbalordì per la competenza storica, archeologica, numismatica”. Non
è altrettanto chiaro che le monete donate ai Savoia siano le medesime presentate all’Esposizione […]127.

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