Page 5 - Bollettino di Numismatica - Materiali n. 34-2015
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Roma, Museo Nazionale Romano Collezione di Vittorio Emanuele III Bollettino di Numismatica, Materiali 34 (2015) Lorenzo Bellesia La zecca di BozzoLo Da Scipione Gonzaga e la gestione dei fratelli Segrè (1640 ca.) alla chiusura della zecca (1670 ca.) di Lorenzo Bellesia Sono qui descritte le monete della Collezione Reale battute a Bozzolo a nome di Scipione Gonzaga presumibilmente durante la gestione della zecca da parte dei fratelli ebrei Isacco e Giuseppe Segrè, cioè all’incirca dal 1640, fno alla sua defnitiva chiusura, avvenuta intorno al 1670 La gestione dei fratelli Segrè Nell’intensa produzione monetaria del terzo periodo in cui si è soliti dividere il lunghissimo governo di Scipione Gonzaga, quello cioè che va dal 1636, anno in cui egli divenne, anche se solo nominalmente, duca di Sabbioneta, fno alla sua morte avvenuta nel 1670, un posto di assoluto rilievo è occupato dall’ultima gestione nota della zecca, quella dei fratelli ebrei Isacco e Giuseppe Segrè Purtroppo di loro si sa ben poco Ricchi, speculatori, venivano da Milano, da dove, alla fne del Cinquecento, gli Ebrei erano stati espulsi A Bozzolo i componenti della famiglia Segrè si ambientarono bene e presso la piccola corte gonzaghesca cominciarono ad ottenere onori e appalti tanto da diventare probabilmente i banchieri e i fnanziatori di Scipione, assillato, come tanti Principi suoi contemporanei, dai debiti contratti per mantenere un tenore di vita sfarzoso e sproporzionato 1 alle fnanze di un piccolo feudo come il suo Lo storico Boriani , sempre critico nei confronti del Gonzaga, annotava infatti l’affezione che aveva il nostro sovrano alla suddetta famiglia, poichè 2 l’aveva … arricchita di vari privilegi di distinzione I Segrè, tra i diversi appalti e le privative ottenute nel Principato di Bozzolo, ebbero anche la zecca senza che il Principe e i suoi consiglieri si fossero resi conto, o forse fnsero di ignorarlo, che non era possibile metterne in mano la gestione a degli avidi speculatori Il fenomeno dei banchieri e mercanti ebrei che prendevano in locazione o commissionavano appositamente la produzione di qualche tipologia monetaria presso le zecche emiliane e lombarde fu molto diffuso tra la fne del Cinquecento e tutta la prima metà del Seicento Grazie ad una ftta rete di contatti anche oltre i confni nazionali, essi riuscivano a spacciare grandi quantità di moneta contraffatta se non addirittura falsa Negli anni Cinquanta del Seicento il fenomeno delle monete contraffatte si aggravò ulteriormente Stati quali il Ducato di Milano e il Granducato di Toscana furono invasi da monete calanti provenienti dalle piccole zecche limitrofe Bozzolo, insieme a Novellara e Castiglione, partecipò attivamente a questo traffco Furono prese di mira quasi tutte le grandi zecche settentrionali: oltre a Milano e Firenze, vennero contraffatte monete di Parma, Modena, Lucca, Genova e Mantova Ad esse devono aggiungersi le contraffazioni di ongari imperiali e talleri olandesi Nel 1669 un processo portò alla ribalta il clamoroso caso della zecca di Novellara dove per anni si erano battute enormi quantità di monete contraffatte, tipicamente il quattrino di Lucca, insieme a monete false d’ogni genere La zecca di Novellara fu chiusa e con ogni probabilità anche quella 3 di Bozzolo, che aveva copiato le stesse monete, seguì la medesima sorte Questo è il guadagno d’alcuni principi di Lombardia, scriveva amaramente Geminiano Montanari , quando gli Ebrei, o altri partitanti, guadagnato alcun loro ministro male intendente 4 di queste materie, con la promessa di ricco regalo, si lasciano persuadere da qualche migliaro di 5
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