Page 6 - Bollettino di Numismatica - Materiali n. 34-2015
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Roma, Museo Nazionale Romano Collezione di Vittorio Emanuele III Bollettino di Numismatica, Materiali 34 (2015) Lorenzo Bellesia doppie, che a loro pure afferiscono, a dar licenze di battere numero eccedente di monete, fra le quali inseriscono, a titolo di pagar operari minuti delle loro mercanzie, quantità di monete basse, e non veggono quanto danno apportano al proprio erario, mentre l’ebreo, che sa meglio del principe, e de’ suoi ministri il calcolo delle monete, ha bene scandagliato prima, se con quella battuta possa egli risarcirsi e delle mille doppie, ch’egli offerisce al principe, e di quelle, che dona a’ suoi ministri, e di quel più, che vuol profttare per se. Il che tutto vien cavato da’ sudditi dello Stato, che ne rimangono per ciò impoveriti, onde cresce di poi la valuta delle monete d’oro, e d’argento con maggior danno del principe, e de’ sudditi Queste considerazioni si possono sicuramente applicare a tutti i Principi Gonzaga dei feudi di Castiglione, Novellara, Solferino e, appunto, Bozzolo, dove i Segrè, in cambio di un sicuramente elevato canone di locazione in oro, ottennero di poter battere le quantità volute di monete in rame o mistura bassa, tutte contraffazioni da distribuire tra la Lombardia, l’Emilia e la Toscana, tramite una ftta rete di mercanti e banchieri ebrei Questo gigantesco traffco arricchiva gli speculatori i quali esportavano negli altri Stati monete contraffatte di valore nominale largamente superiore all’intrinseco, per ricevere in cambio monete buone d’oro e d’argento che, quindi, aumentavano sempre più di valore Il tutto in un periodo di forte crisi dell’economia locale che non permetteva l’affusso di buona moneta in cambio di merci per cui la circolazione monetaria si impoverì a tal punto che per decenni circolarono solo logore monete di rame e di mistura Per arrivare a un cambio di rotta, bisognerà attendere i primi del Settecento, quando riapriranno le zecche di Modena e Parma Le monete battute durante la gestione dei fratelli Segrè A parte pochissime monete datate, ad esempio un 8 soldi del 1641 (CNI 88 e 89 - cat nn 197- 199) e il comunissimo quattrino contraffazione di quello bolognese datato 1665 e 1667 (CNI 92, 5 98 e 101 - cat nn 336-346) , la produzione riferibile alla gestione dei fratelli Segrè non ha precisi riferimenti cronologici; tuttavia è abbastanza semplice da identifcare trattandosi non solo della gran parte di monete che attribuiscono a Scipione Gonzaga il titolo di duca di Sabbioneta ma anche perché si tratta quasi soltanto di imitazioni e contraffazioni, soprattutto degli Stati vicini a Bozzolo Furono prese di mira le monete dei confnanti o vicini Ducati di Milano, Modena, Parma e Mantova In particolare il quattrino di Milano a nome di Filippo IV risulta il più diffuso perché, oltre che a Bozzolo (CNI 216 - cat nn 241-245), fu battuto anche a Maccagno, Desana, Castiglione, Messerano Questa moneta presentava del resto le caratteristiche ideali per essere falsifcata e contraffatta Coniata in grandi quantità e in bassissima mistura, che subito scompariva lasciando apparire la moneta come fosse di puro rame, era anche ricavata di solito da tondelli non arrotondati ma appena squadrati per risparmiare sulle spese di lavorazione Perciò i falsari ed i contraffattori avevano gioco facile ad introdurre nel mercato monetario del Ducato di Milano le loro produzioni di rame puro ma molto calanti nel peso I tondelli stretti e squadrati permettevano di nascondere il nome dei veri emittenti di queste monete che facilmente si confondevano con le originali Lo stesso potevano fare i falsari perché non di rado in queste monete si vede solo un busto che indossa la gorgiera a imitazione del sovrano spagnolo Stili “insoliti” e qualche lettera rimasta all’interno del tondello permettono di capire se si è in presenza di una contraffazione, ma più diffcile è risalire all’effettiva zecca emittente 6 Numerosi furono i tentativi da parte delle autorità milanesi per arginare il fenomeno che vedeva assediato il Ducato sia dai confni piemontesi, dove erano Messerano e Desana, che lombardi, dove erano Bozzolo e Castiglione Comprensibile è anche il divieto, contenuto in una grida milanese del 1661, per chiunque fa mercantia di rame in questo Stato, sia pure di quello si cava dalle miniere, overo di quello, che viene da Alemagna, ò d’altre parti à questo Stato, che non ne possa vendere in 6
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