Page 11 - Bollettino di Numismatica - Materiali n. 30-2015
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Roma, Museo Nazionale Romano Collezione di Vittorio Emanuele III Bollettino di Numismatica, Materiali 30 (2015) M Bazzini - A Toffanin si aggira attorno al grammo (il peso medio dei sette esemplari della Raccolta Reale è di ca. g 0,96); di almeno un tipo è conosciuto il titolo: 506‰ . Ammesso che questa percentuale si possa estende- 57 re a tutte e tre le tipologie, il fno di ciascun pezzo sarebbe di ca. g 0,5: si tratta di un tenore troppo basso per monete da un soldo ma in linea con quello dei sesini di Gian Galeazzo, dei quali rical- 58 cherebbero anche le rappresentazioni (croce patente o potenziata / biscia viscontea) . Inoltre, nella lista di monete della Biblioteca Trivulziana già citata, la lega dei dodexini di Milano (cioè dei soldi) è indicata in 618 ‰, quella dei sexini novi di Milano e Pavia in circa 489 ‰ e il titolo dei sexini vegi di Milano è indicato in circa 493 ‰. Infne, un capitolato di appalto per la zecca di Pavia datato 20 novembre 1400, il cui contenuto si può verosimilmente estendere anche a quella di Milano, prevedeva la battitura di soldi del peso di circa g 1,75 e al titolo di 625 ‰ e di sesini di g 1,07/1,01 con una lega di 500 ‰ . Secondo gli autori che se ne sono occupati in passato, Giovanni Maria 59 Visconti non avrebbe emesso sesini ma, da quanto si è cercato di mostrare fnora, è probabile che proprio le monete in esame non siano soldi da 12 denari ma più modesti sesini da sei imperiali . 60 Prima tipologia Al dritto il biscione visconteo con ai lati le iniziali del duca (i - M) e al rovescio la croce poten- ziata (cat. nn. 820-822). Seconda tipologia Al dritto biscia viscontea e al rovescio una croce cardata o gigliata caricata di un fore al centro (cat. n. 823). La successione cronologica di queste due tipologie di sesini non è chiara e per il momento re- sta insolubile. Il documento dell’estate 1409 già citato descrive il sesino della seconda tipologia che quindi in quel momento era già stato coniato . La presente seriazione resta quindi da approfondire 61 ulteriormente. Terza tipologia Il dritto è caratterizzato da una croce potenziata con estremità bifde, racchiusa in una cornice quadrilobata ornata da trifogli ai vertici interni, mentre al rovescio vi è la biscia viscontea affancata dalle lettere i - M (cat. nn. 824-826). Come per i pegioni di ultimo tipo (v. supra e cat. nn. 805-814), anche la tipologia di questi se- sini fu imitata da Gian Carlo e Estore Visconti (v. infra) e successivamente anche da Filippo Maria Visconti una volta divenuto duca di Milano. Per tale motivo pensiamo si tratti dell’ultimo tipo di sesino emesso prima della scomparsa di Giovanni Maria. La tradizione numismatica indica le monete di questo Duca recanti al dritto le lettere dx sor- montate dal segno di abbreviazione paleografca e al rovescio una croce cardata o gigliata, con il nome di trilline o terline e attribuisce loro il valore di tre denari imperiali . Lo stesso nome è uti- 62 lizzato anche per quelle simili di Filippo Maria . Nella Raccolta Reale ve ne sono 6 esemplari (cat. 63 nn. 827-832), il cui peso medio è di ca. g 0,66, con un massimo di ca. g 0,8. Gli Gnecchi ne hanno 64 rilevato il titolo, pari a 152‰ . Ipotizzando un peso medio della serie di ca. g 0,7, il contenuto di fno sarebbe di ca. g 0,1. Stando alla documentazione oggi nota, tuttavia, le prime terline sono atte- state solamente da circa la metà del Quattrocento. Già Biondelli dovette scorgere l’incongruenza di questa classifcazione evidenziando, nella sua prefazione al volume degli Gnecchi sulla monetazio- 65 ne di Milano, come la prima menzione di questa moneta si trovi in una grida del 1452 . Riteniamo improprio l’utilizzo di questo termine nei primi decenni del Quattrocento e in questa sede non verrà utilizzato, ritenendo più calzante l’espressione imperiale da due oppure duina. La prima locuzione è presente nella lista di monete della Trivulziana già menzionata e individua una moneta dal valore 11
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