Page 8 - Bollettino di Numismatica on line - Materiali n. 40-2016
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Roma, Museo Nazionale Romano	     Collezione di Vittorio Emanuele III
BdN online, Materiali 40 (2016)                        L. Passera - A. Zub

      Un motivo in più per considerare i denari aquileiesi di stile frisacense come le monete “cattive”
del mercato fu dato dall’inflazione di questi esemplari che vennero certamente prodotti in quantità
ingenti. Vale però la pena sottolineare che la scelta della zecca aquileiese non venne operata per
sostituire le proprie monete al circolante frisacense: i Patriarchi non praticarono infatti alcuna riduzio-
ne d’intrinseco rispetto alla moneta carinziana39 ma, piuttosto che imitare le svilite emissioni venete
(con maggior dispendio di tempo), vollero sfruttare subito l’argento monetato che sarebbe rientrato
coi pagamenti dovuti allo stato patriarchino40. In ultima analisi, quindi, Aquileia ottenne un duplice
risultato: con le proprie emissioni si mantenne in relazione sia con il sistema monetario veneto che
con l’area tedesca dove i Patriarchi avevano interessi politici e commerciali.

      Questa fase della monetazione ha da sempre rappresentato argomento di discussione tra gli stu-
diosi che hanno trattato della zecca di Aquileia: le evidenti analogie metrologiche e stilistiche tra gli
esemplari di zecche carinziane e i denari sicuramente aquileiesi non offrono apparentemente chiari
criteri di distinzione. La classificazione delle monete aquileiesi del Corpus fu impostata sui lavori di
Alberto Puschi41 e vennero assegnate ad Aquileia come “incerte dei primi Patriarchi” alcune serie mo-
netali che in realtà sono emissioni della zecca di Friesach per gli arcivescovi di Salisburgo Eberhard I
(1147-1164) o Konrad II (1164-1168) oppure Adalbert II (1168-1177). Il CNI, basandosi su caratteri-
stiche tipologiche, suddivise in tre gruppi queste emissioni42. Il I gruppo presenta esemplari con al
dritto il busto frontale stilizzato di un Vescovo munito di pastorale a sinistra e sovrastato da croce, a
destra c’è una stella; al rovescio è presente una croce potenziata accantonata da quattro globetti (CNI
VI, p. 1 n. 1; CNI VI, p. 2 nn. 2-5): si tratta di denari di Friesach datati dal 1147 al 1177 e le autorità
emittenti non sono facilmente identificabili (Appendice nn. 2-4, Friesach).

      Nel II gruppo considerato dal Corpus (CNI VI, p. 2 nn. 6-9) sono comprese quelle monete che
probabilmente sono effettivamente emissioni della zecca di Aquileia: al dritto, sopra il busto del Ve-
scovo stilizzato, non c’è una croce ma altri simboli (stella, rosetta o anello) con lettere p (a sinistra)
e a (a destra del pastorale), mentre al rovescio compare un tempio con tre torri sormontate da croci.
L’attribuzione ad Aquileia si basa essenzialmente sull’osservazione che le lettere raffigurate siano
verosimilmente da ritenersi le iniziali di Patriarcha Aquilegensis43. Questi esemplari, assenti nella
Collezione Reale, sono oggi assegnati a Pellegrino I e Ulrico II e datati al periodo post 1150-1177/117844.
La Collezione Reale possiede un esemplare (CNI VI, p. 2 n. 6; Appendice n. 1, Friesach) che solo
apparentemente è riferibile a questa tipologia: porta un anello sopra la testa del Vescovo e nella de-
scrizione in CNI venne vista una lettera a a destra, ma nel presente catalogo la lettura viene corretta
perché il simbolo è verosimilmente identificato come una stella. Anche quest’emissione è dunque
riferibile all’arcivescovado di Salisburgo (sempre per la zecca di Friesach) e venne coniata da Konrad I
(1106-1147) nel periodo 1135 ca. - 114745.

      Il III gruppo in cui il Corpus organizza queste emissioni presenta un numero più nutrito di esem-
plari: al dritto si mantiene la figura stilizzata del Vescovo con sopra croce e pastorale a sinistra, men-
tre al rovescio, al posto del tempio, compaiono tre torri sovrastate da croce che si appoggiano su un
arco perlinato; sotto quest’ultimo compaiono due globetti (CNI VI, p. 3 nn. 10-12). Anche in questo
caso non si tratta di emissioni aquileiesi ma monete dell’Arcivescovado di Salisburgo realizzate a Frie-
sach: l’autorità emittente è forse riconoscibile in Adalbert II (1168-1177, Appendice nn. 5-12, Friesach).

      Il Corpus fa seguire a questa serie altri gruppi di denari ritenuti (erroneamente) di Aquileia: si
tratta di monete che vennero giustamente datate alla seconda metà del XII secolo che il CNI presenta
come “denari anonimi al tipo di Friesach” sottolineando, con correttezza, che secondo alcuni autori
potrebbero essere coniazioni degli Arcivescovi di Salisburgo46. In realtà tali esemplari sono ad oggi
privi di un’identificazione certa47.

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