Page 7 - Bollettino di Numismatica on line - Materiali n. 8-2013
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Roma, Museo Nazionale Romano	    Collezione di Vittorio Emanuele III
BdN online, Materiali 8 (2013)                         Andrea Pucci

      Le monete minori d’argento e mistura sono ben rappresentate, se si escludono il quattrino
datato 1794 e quello datato 1801, con lo stemma barocco, che il sovrano non riuscì a trovare; tali
varianti erano per altro sconosciute anche al Galeotti11.

      Anche nel caso di questa serie, l’apporto che dette l’acquisizione della raccolta Marignoli
all’ampliamento della raccolta reale fu notevole in quanto circa il 20% dei pezzi ne faceva parte.

      Lo stato di conservazione delle monete, fatta eccezione per una decina di pezzi, è piuttosto
scarso, specialmente per i grossi nominali d’argento e per gli spiccioli di mistura12.

                           Regno d’Etruria (1801-1807)

      Il trattato di Luneville stabilì, tra le altre cose, che Ferdinando III dovesse rinunciare alla sovra-
nità sulla Toscana, ottenendo in cambio il vescovado di Salisburgo.

      Dopo la partenza di Ferdinando per il suo nuovo dominio, la Toscana fu retta per un breve
periodo da un governo provvisorio sotto l’attenta supervisione dei Francesi fino a quando, nel
maggio 1801, Ludovico I di Borbone, già principe di Parma e Piacenza, prese, anche se non
ancora formalmente, possesso del Granducato, ora Regno d’Etruria. Con una certa urgenza, il
sovrano desiderò che anche la monetazione si conformasse al nuovo status della Toscana: adì
5 agosto 1801- Ho l’onore di trasmetterle un Arme coll’Imprese del Re nostro signore: questa è
stata cavata da un sigillo che S.M. ha trasmesso a S.E. il sig. Conte Ventura suo ministro pleni-
potenziario…13.

      Vennero incaricati entrambi gli incisori, Siries e Weber, di preparare il bozzetto da mostrare
al re per la realizzazione della moneta da paoli dieci e cinque14: …adì 6 agosto 1801 - All’incisore
della zecca Sig. Luigi Siries. Dalla R. Segreteria di Finanze con biglietto di questo stesso giorno mi
sono stati partecipati gli ordini all’oggetto che vengano sollecitamente montati i conj delle monete
da Paoli X e Paoli V. Nel momento istesso mi faccio dovere comunicargli onde si compiaccia di por
mano ad un lavoro che è inutile raccomandargli, nota essendo la somma di Lei esattezza e presenza
per il R. Servizio. All’impronta praticata fin qui deve sostituirsi l’effige di S.M. il Re con la leggenda:
Ludovicus I Dei Gratia Hispaniarum Infans, Rex Etruriae Parm. Placent. & Princeps e nel rovescio
li stemmi e ordini della M.S. secondo l’accluso disegno trasmessomi dal sig. direttore Onofrio Boni
con il motto attorno - Videant Pauperes et Laetentur -…l’effige di S.M. dev’essere senza busto, come
nelle monete del Granduca Ferdinando III, variando solo l’acconciatura dei capelli che devono es-
sere legati… Grobert15.

      Come detto, anche il Weber, qualche giorno dopo, venne coinvolto in quest’impresa: …adì 13
agosto 1803 - All’incisore della R. zecca Gio. Zanobi Weber. Le trasmetto il disegno delle Armi della
Maestà del Re nostro Signore, ond’ella possa por mano all’incisione di un pajo di conj da monete
da paoli X…Si desidera la più pronta sollecitudine e frattanto potrebbe V.S. rimettermi il disegno
secondo il quale penserebbe eseguire il lavoro. Grobert. Vennero scelti i conî del Siries ma le monete
che vennero battute furono solo quelle da paoli dieci.

      Nel 1801 era stato battuto anche il ruspone, che venne riproposto nel 1803, a quanto pare con
un conio datato 180216: ...adì 4 maggio 1803 -…ha dovuto aver luogo in questo stesso giorno una
tratta di rusponi col vecchio conio segnato 1802, al quale peraltro a scanso di ogni confusione e
dubbiezza ho fatto apporre un punto alla destra estremità superiore del giglio conforme al tempo
della repubblica fiorentina facevasi per distinguere tra di loro le diverse tratte. Seguiterò questo me-
todo in cui ravviso un’utilità importante e intanto chiedo di essere prontamente autorizzato a ordi-
nare i conj per l’attuale anno 1803 con i soliti titoli della M.V….Giovanni Fabbroni17. Questa lettera

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