Page 11 - Bollettino di Numismatica on line Materiali n. 42-2016
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Roma, Museo Nazionale Romano Collezione di Vittorio Emanuele III BdN online, Materiali 42 (2016) Alessandro Toffanin Infne, sono identifcabili tre tipologie di grossoni da 5 soldi con ritratto: − primo tipo: busto con iniziali f S ai lati e leggenda riportante i titoli di Duca di Milano e Conte di Pavia e Angera (cat nn 1177-1178); − secondo tipo: busto senza iniziali e leggenda con titolo di Duca di Milano (cat n 1184); − terzo tipo: busto senza iniziali e leggenda con titoli di Duca di Milano e Signore di Genova (cat n 1194) Entrambi i primi due tipi presentano caratteri arcaici con, nel secondo tipo, l’evidenza della lettera t in gotico maiuscolo Questa forma di t è utilizzata durante la Repubblica Ambrosiana e il primo periodo di Francesco Sforza come, ad esempio, nel grosso con il cimiero (cat nn 1143- 32 1145) Il grossone di terzo tipo, con il titolo di Signore di Genova, è sicuramente posteriore al 1464 e presenta il secondo tipo di lettere, moderne come sui ducati in oro Le leggende presenti sui grossoni di secondo e terzo tipo riportano i medesimi titoli degli ana- loghi ducati in oro di secondo e terzo tipo e, con ogni probabilità, sono coniazioni contemporanee La differenza nei caratteri delle lettere sulle monete in argento e in oro potrebbe indicare che i conii non venivano prodotti dalle medesime maestranze Il primo grossone presenta invece, rispetto al ducato di primo tipo, il titolo di Conte di Angera oltre che di Pavia e le iniziali f S nel campo, come nelle emissioni del 1456, e i caratteri delle leggende marcatamente di tipo arcaico Caratteristiche che potrebbero indurre a pensare a una sua emissione antecedente, seppur di poco, a quella del primo ducato in oro La particolare forma delle lettere di tipo arcaico che si riscontra sulle prime emissioni di Francesco Sforza si ritrova, identica, sulla medaglia cosiddetta “lira” a nome di Gian Galeazzo Visconti La forma delle lettere t, a ed e, unitamente alla conformazione del cordoncino 33 che avvolge la fgura e allo stile del cavaliere al rovescio, farebbero pensare a una sua produzione risalente all’epoca della Signoria di Francesco Sforza, contemporanea al grossone di secondo tipo (cat n 1184) L’esemplare sarebbe, quindi, una “medaglia di restituzione” con il ritratto del primo Duca di Milano, forse per “anticipare” formalmente la concorrenza napoletana 34 Quindicini, soldini, sesini e cinquine Insieme al grosso da 2 soldi e 1/2, o trentino dal valore di 30 denari imperiali, viene coniata la sua metà, il quindicino Citato in diverse grida e documenti d’epoca potrebbe essere identifcato 35 con gli esemplari conosciuti come soldi, caratterizzati dalla biscia viscontea coronata in cornice mi- stilinea Il quindicino risulta noto in due tipologie, una (cat nn 1146-1156) con scopetta sopra la 36 biscia e mezzo busto del Santo con staffle e pastorale e caratteristiche arcaiche delle leggende, e l’altra (cat nn 1199-1207) con il titolo di Signore di Genova, dunque collocabile nell’ultimo periodo di governo, legato stilisticamente agli esemplari della Signoria successiva, e sicuramente posteriore al primo tipo Questa denominazione è inoltre confermata dalla monetazione di Bianca Maria e Ga- 37 leazzo Maria Sforza, di cui conosciamo documentazione del 1466 Secondo i compilatori del MEC 38 12 il primo tipo fu introdotto con il valore di un soldo all’interno della monetazione del 1456 per essere poi portato al valore di quindici denari I soldini sono identifcabili nel tipo tradizionalmente chiamato sesino con scudo inquartato e croce gigliata o cardata (cat nn 1098-1109) Sono più pesanti degli altri sesini e presentano carat- teristiche stilistiche “stemma/croce” che saranno riprese per la tipologia del soldino nella moneta- zione dei Duchi successivi Inoltre, i fratelli Gnecchi riportano per questa moneta un titolo di 340 39 40 millesimi , compatibile con quello del soldino eroso della grida riportata dal Muoni e non con i 41 valori (260 millesimi) segnalati dal Cipolla per i sesini I vari tipi di sesino seguono l’iconografa classica per questo nominale, quindi con biscia vi- scontea al dritto e croce al rovescio La tipologia con croce accantonata da quattro cardi è in MEC 12 assegnata alla zecca di Pavia per affnità di stile della croce 42 11
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