Page 5 - Bollettino di Numismatica on line - Materiali n. 35-2015
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Roma, Museo Nazionale Romano	     Collezione di Vittorio Emanuele III
BdN online, Materiali 35 (2015)          Arianna DʼOttone Rambach

                                       Monete arabe

                                     di Arianna D’Ottone Rambach

      La Collezione di Vittorio Emanuele III di Savoia, conservata nel Gabinetto Numismatico del Museo
Nazionale Romano, tuttora inedita per quanto riguarda le monete siciliane, costituisce, con la sua ricchez-
za di materiali, una preziosa fonte per accrescere le nostre conoscenze su questa monetazione.

      Così scriveva Lucia Travaini nel già lontano 19861. Trent’anni dopo quel contributo e a poco più di un
secolo dall’uscita, nel 1910, del primo volume del Corpus Nummorum Italicorum (CNI), le monete arabe
della Collezione Reale trovano qui la loro edizione sistematica, che contribuisce a completare il grande
progetto del CNI2.

      La pubblicazione di questi materiali concorre, inoltre, a documentare la consistenza delle collezioni di
monete arabe nelle raccolte pubbliche italiane. In proposito giova ricordare come alla fine degli anni Ses-
santa del secolo scorso si avviò una prima ricognizione volta a verificare la presenza e la consistenza delle
raccolte di monete arabe in Italia - ricognizione patrocinata dall’Istituto Italiano di Numismatica3. Nel 1985
Giovanni Oman prospettava perfino la costituzione di un Corpus Nummorum Arabicorum Italiae (CNAI)4.
Tale progetto è purtroppo rimasto incompiuto e ancora oggi si è lontani dall’avere, se non una stima precisa
dei pezzi arabi nei musei e gabinetti numismatici italiani5, almeno un censimento attendibile6.

      La catalogazione degli esemplari arabo-islamici della collezione di Vittorio Emanuele III amplia, poi,
il quadro delle conoscenze sulla monetazione araba di Sicilia, e delle zecche ad essa correlate, talora con
pezzi assai rari.

      Sebbene le testimonianze numismatiche della Sicilia islamica siano ben più numerose di quelle ar-
chitettoniche7, lo studio del circolante e quello delle emissioni arabe battute nell’isola non ha, purtroppo,
ancora ricevuto l’attenzione che merita restando limitato a contributi di carattere particolare8. Nuovi mate-
riali provenienti da collezioni e dallo studio di ritrovamenti monetali potranno contribuire a questo fine. Gli
esemplari della Collezione Reale qui pubblicati concorrono, in particolare, alla conoscenza della cronologia
e della tipologia delle emissioni arabe di Sicilia9.

Vittorio Emanuele III, il CNI e le monete arabe della Collezione Reale
      Nel 1890 il principe Vittorio Emanuele (Napoli, 11 novembre 1869 - Alessandria d’Egitto, 28 dicem-

bre 1947) si recò in viaggio in Russia e in Oriente. Al rientro, inviò in dono a Egidio Osio (1840-1902), suo
precettore e iniziatore alla numismatica, una serie di oggetti dettagliati in una lettera di accompagnamento,
nella quale veniva fatta menzione anche di una monetina dell’attuale Scià di Persia10.

      Altri soggiorni nell’Oriente e nell’Occidente arabo-islamico seguirono11. Nel marzo 1933, per esem-
pio, Vittorio Emanuele si recò in visita, con la regina Elena, in Egitto, ad Alessandria, dove fu accolto da
Evaristo Breccia (1876-1967) – allora direttore del Museo greco-romano – e quindi, agli scavi di Tebtunis,
diretti in quel periodo da Gilbert Bagnani (Roma, 1900 - Peterborough, 1985)12. La ricerca e l’acquisto di
papiri era, allora, uno dei principali interessi delle spedizioni archeologiche italiane13 ma documenti d’ar-
chivio testimoniano anche l’acquisto di monete arabe, forse sulla scorta degli interessi del Re14.

      Numerosa già dal XIX secolo, e qualificata professionalmente e culturalmente, era la componente
italiana in Egitto15: significativa è, per esempio, la figura di Riccardo Colucci (Alessandria d’Egitto, 1814
- Ragusa, 1873), diplomatico e collezionista di antichità vicino-orientali16. Ad Alessandria d’Egitto nasce il
futuro arabista Umberto Rizzitano (1913-1980)17, che insegnò all’Università di Palermo dal 1959 e dedicò
parte delle sue ricerche filologiche e storiche alla Sicilia araba18. Nel 1908, al Cairo, era stata fondata per
volontà dell’allora principe filo-italiano, Fu’ād, l’Università laica - università alla cui fondazione contri-
buirono diversi arabisti italiani19. Non mancavano, al Cairo, anche numismatici italiani, come Giovanni

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