Page 5 - Bollettino di Numismatica on line Materiali n. 26-2015
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Roma, Museo Nazionale Romano Collezione di Vittorio Emanuele III BdN online, Materiali 26 (2015) Lorenzo Bellesia La zecca di MirandoLa Parte II Alessandro I Pico (1602-1637) di Lorenzo Bellesia Sono qui descritte le monete di Mirandola della Collezione Reale battute a nome di Alessandro I Pico oppure anonime ma attribuibili al periodo del suo governo Alessandro I Pico (1602-1637) Morto Galeotto III nel 1597, la successione spettò al fratello Federico il quale a sua volta morì senza eredi nel 1602 Fu la volta quindi del terzo dei fratelli, Alessandro, che aveva intrapreso la carriera ecclesiastica Svestito l’abito talare, prese possesso dello Stato e nel 1603 sposò Laura d’Este, fglia di Cesare, Duca di Modena, dalla quale ebbe ben otto fglie Da una delle amanti ebbe invece l’erede maschio, Galeotto Il 16 febbraio 1617 l’imperatore Mattia nominò Alessandro duca della Mirandola e marchese di Concordia e il 16 marzo giunse anche la tanto sospirata legittimazione a favore di Galeotto che però morì nel 1636, a soli 27 anni Alessandro morì poco dopo, il 2 settembre 1637, nominando erede il primogenito di Galeotto, Alessandro II, di appena sei anni La prima fase di apertura della zecca Per ottenere il titolo di Duca e avere la legittimazione alla successione del fglio naturale, nel 1617 Alessandro dovette sborsare 100 000 forini, una somma enorme per lo Stato Probabilmente il 1 bisogno di denaro lo spinse a riaprire la zecca o ad accettare la proposta in tal senso fatta da Gian Agostino Rivarola, uno zecchiere genovese senza scrupoli che fu attivo prima a Parma, nel 1614, per poi passare ad altre zecche (Massa, Ferrara, Tresana, Correggio), gestendole anche contempo- raneamente e in società con altri zecchieri o speculatori Il Rivarola cominciò a battere monete di ottima lega e ampia diffusione, come doppie e du- catoni, e altre di lega più scadente per la circolazione in area locale, tipicamente il Modenese e il Mantovano, ad esempio le monete da 56 bolognini (CNI IX, p 149 nn 19-21, cat n 182, chiamato erroneamente scudo) e le frazioni da 28 (CNI IX, p 150 nn 22-27, cat nn 183-187, chiamato erro- neamente mezzo scudo) e 14 bolognini (CNI IX, p 150 n 28, chiamato erroneamente testone) che 2 erano defnite bagiane in senso spregiativo ; batté anche imitazioni di monete modenesi, ad esem- pio il giorgino (CNI IX, p 148 nn 8-13, cat nn 166-167), e mantovane, ad esempio il possidonio (CNI IX, pp 157-158 nn 75-79, chiamato erroneamente doppio paolo) Il peggio di sé però Rivarola lo diede in una intensa produzione di contraffazioni di monete estere destinate ad essere esportate proprio nel nord Europa dove la Guerra dei Trent’anni, oltre che stragi e pestilenze, aveva portato anche una grave crisi economica e monetaria Le zecche tedesche 3 e svizzere avevano iniziato a battere grandi quantità di moneta d’argento sempre più svilita mentre l’oro diventava rarissimo Come sempre accade nei momenti di crisi quando vi è abbondanza di moneta calante e mal coniata, vi furono zecchieri che approfttarono del caos per inflarvi anche i loro prodotti ancor più sviliti Rivarola fu sicuramente il più attivo di essi gestendo contemporane- 4 amente le zecche della Mirandola e della vicina Correggio Quando la crisi economica si acuì , la produzione di queste zecche destinata al nord Europa aumentò a dismisura 5
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