Page 6 - Bollettino di Numismatica on line - Materiali n. 21-2014
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Roma, Museo Nazionale Romano	     Collezione di Vittorio Emanuele III
BdN online, Materiali 21 (2014)                             Andrea Pucci

Appiani al rango di principato, nominando Jacopo VII primo principe di Piombino e marchese di
Populonia. Ma il nuovo principe ebbe poco tempo per gioire di tale elevazione in quanto morì il 15
gennaio del 160311. Data la mancanza di eredi di Jacopo VII, il principato di Piombino passò sotto
il possesso dell’Imperatore e fu soltanto nel 1611 che Isabella, sorella del defunto Jacopo VII, poté
essere eletta principessa di Piombino. Nel 1628, Isabella venne dichiarata decaduta dal possesso del
principato e a niente valsero i tentativi fatti dai tre fratelli del ramo Sforza - Appiani di mantenere
Piombino a quella casata12. Il principato di Piombino passò così, dietro ricco esborso alla corte im-
periale, sotto il dominio di Niccolò Ludovisi13, il quale governerà il principato per trent’anni, fino al
25 dicembre 166414. Morto Niccolò, succedette al trono di Piombino il figlio diciassettenne Giovan
Battista il quale, qualche anno dopo, venne nominato dal re di Spagna Carlo II re delle Indie; egli
morì a Piombino il 24 agosto 1699 assalito da febbre improvvisa15. Il 27 ottobre 1699 venne eletto
principe, in luogo del defunto padre, Niccolò Maria, di nemmeno un anno e mezzo d’età; egli visse
da principe 81 giorni poiché il 17 gennaio 1700 rese l’anima al suo Creatore16. Morto così l’ultimo
discendente maschio dei Ludovisi, del ramo di Niccolò, la sorella di Giovan Battista, Olimpia, già
suora, sedette sul trono del principato per pochi mesi (9 marzo - 27 novembre 1700) in quanto ven-
ne designata come nuova principessa sua sorella minore, Ippolita; ella morì il 29 dicembre 173317.
Nell’anno 1734 l’unica figlia di Ippolita Ludovisi e di Gregorio Boncompagni ottenne l’investitura di
Piombino da poter tramandare ai figli e successori18. Il 13 gennaio 1745, dopo la morte dei genitori,
Ippolita e Gregorio, don Gaetano Boncompagni - Ludovisi prese possesso del principato; egli cessò
di vivere a Roma il 24 maggio 1777. Il figlio di don Gaetano e di Laura Chigi, Antonio Maria, ereditò
il principato e sarà l’ultimo principe di questa dinastia a regnare effettivamente su Piombino.

      Nel 1799 le truppe francesi occuparono la Toscana senza trovare resistenza, tranne che all’Isola
d’Elba. I Francesi riuscirono a occupare Portoferraio ma inizialmente il resto dell’isola restò libera
grazie all’accanita resistenza della popolazione piombinese che tenne testa agli invasori. Come ri-
corda qualche storico, di questi atti di coraggio e attaccamento alla loro terra quasi non è rimasta
memoria in quanto si è preferito glorificare il ricordo di Napoleone che alcuni anni dopo verrà
esiliato in quell’isola19. Nulla poté comunque don Antonio se non presentare reiterate proteste al
primo console per l’occupazione del suo principato. Napoleone, divenuto nel frattempo imperatore
dei Francesi, con decreto del 28 marzo 1805, per “meriti familiari” nominò la sorella Marianna, (ri-
battezzata Elisa) e il cognato Pasquale Baciocchi, ribattezzato poi, più regalmente, Felice, Principi
di Piombino; essi governarono il principato e Lucca fino al 1814 con spirito (poco) illuminato e
(molto) dispotico. Nel 1801, l’Isola d’Elba venne annessa all’Impero francese e l’amministrazione
d’oltralpe provò anche a imporre l’insegnamento obbligatorio della lingua francese ma, a differenza
di quanto era successo in Corsica, questo obiettivo non venne raggiunto20. Giunti dunque al 1814,
l’allora Principessa di Lucca e Piombino nonché Granduchessa di Toscana dal 3 marzo 1809, per
le note vicende storiche dovette fuggire a Trieste, dove morì il 6 agosto 1820. Estromessa Elisa da
ogni potere, le sorti del principato di Piombino dipesero dai delegati delle potenze vincitrici, i quali,
riuniti a Vienna nel 1815, stabilirono di destinare questo piccolo Stato al restaurato Ferdinando III
di Lorena, il quale lo incorporò nel Granducato di Toscana21. Al Congresso di Vienna intervennero
anche alcuni emissari di Luigi Boncompagni - Ludovisi, ultimo principe nominale di Piombino il
quale, tramite l’avvocato Vera, mirava a trasformare Piombino in feudo del Granducato di Toscana
(come feudo, era stato in precedenza della Spagna e di Napoli) allo scopo di mantenere il prin-
cipato indipendente. Il principe Corsini, incaricato dal granduca Ferdinando III di portare avanti
la trattativa con il Vera, palesò la proposta a Firenze, la quale venne sostanzialmente accettata, a
condizione però che i Boncompagni - Ludovisi accettassero di sostenere una serie di spese di na-
tura sia economica che militare. Queste condizioni, dettate da Vittorio Fossombroni, indussero il
Principe di Piombino a preferire per la perdita della sovranità in cambio di un congruo risarcimento

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