Page 5 - Bollettino di Numismatica on line - Materiali n. 21-2014
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Roma, Museo Nazionale Romano	                            Collezione di Vittorio Emanuele III
BdN online, Materiali 21 (2014)                                                    Andrea Pucci

                                  La zecca di Piombino

                                        di Andrea Pucci

Piombino e le sue monete
      In queste pagine vengono prese in considerazione le monete battute a Piombino a partire dalla

fine del XVI secolo quando, in seguito a una serie di avvenimenti storici, questa città divenne la
capitale di un piccolo Stato ed ebbe la facoltà di battere moneta.

      Per meglio inquadrare come si arrivò alla formazione di questa signoria e in seguito al princi-
pato, segue un breve riassunto delle vicende storiche che portarono a tale avvenimento.

      Alla morte di Jacopo Appiani, signore di Pisa, avvenuta nel 1398, succedette alla signoria di det-
ta città il figlio Gherardo II Appiani1. L’anno seguente Gherardo cedette Pisa al duca di Milano Gian
Galeazzo Visconti per la cifra di 200.000 fiorini d’oro, riservandosi però il dominio di Piombino e di
alcuni territori contigui che facevano parte della signoria pisana2. Gherardo giunse a Piombino nel
febbraio 1399 con la moglie in avanzato stato di gravidanza3: nel mese di aprile nacque Jacopo II,
il quale succederà al padre nel 1404 e reggerà la signoria fino al 1441, anno della sua morte4. In se-
guito alla scomparsa di Jacopo, sua madre Paola governò la signoria di Piombino fino al novembre
1445, anno della sua morte, quando la figlia Caterina, sorella di Jacopo II, venne eletta signora di
Piombino, carica che manterrà durante tutta la sua vita, ovvero fino al 14515. Alla sua morte, rimasta
senza eredi, venne prescelto come legittimo successore suo zio Emanuele: egli lasciò la sua residen-
za borghese in Puglia per condurre il governo della signoria di Piombino. Emanuele, già anziano,
governò per soli sei anni in quanto la morte lo colse il 19 febbraio 1457. Il primogenito di Emanuele
venne acclamato signore di Piombino con il nome di Jacopo III e restò in carica fino al 14746. Dopo
la scomparsa di Jacopo III e della consorte, il figlio divenne signore col nome di Jacopo IV e go-
vernò Piombino fino al 1510 anche se, nel 1496, lasciò la reggenza alla sorella Eleonora in quanto
venne nominato generale delle forze militari della Repubblica di Siena, passando, due anni dopo, al
servizio di Firenze che era in guerra con Venezia7. Dal matrimonio tra Jacopo IV e Vittoria Piccolo-
mini nacque l’erede della signoria di Piombino che nel 1510 verrà insignorito col nome di Jacopo V:
egli reggerà il governo fino al 1545, anno del suo decesso. Jacopo V, rimasto vedovo per tre volte,
sposò in quarte nozze Elena Salviati, sorella di Maria, la madre di Cosimo I de’ Medici8; dal loro
matrimonio nacque un figlio che diverrà signore di Piombino col nome di Jacopo VI. Dopo la morte
di Jacopo V, le sorti della signoria vennero sostanzialmente rette dalla “fiorentina” Elena Salviati ed
è grazie alla sua tenacia e determinazione che Piombino continuò a governarsi “autonomamente”
evitando le mire espansionistiche del nipote Cosimo de’ Medici9. Con la sua caparbietà, e anche con
l’aiuto in denaro offerto dalla Repubblica di Genova, Elena riuscì persino a far ritrattare all’Impera-
tore Carlo V quanto da lui promesso al nipote Cosimo, duca di Firenze10. Jacopo VI, figlio di Elena,
poté dunque, grazie alla madre, diventare signore di Piombino e mantenne tale prerogativa fino al
1585, anno della sua scomparsa; egli prese in moglie Virginia Fieschi ed ebbe vari figli, ma colui che
gli succedette come capo della signoria fu il figlio Alessandro, avuto da Oriettina Fieschi, cugina di
sua moglie Virginia. Alessandro iniziò a governare nel 1585 ma il 29 ottobre 1590 venne prima fe-
rito e poi ucciso nel corso di una congiura ordita a suo danno. Alessandro, maritato con Isabella di
Mendoza, ebbe un figlio, Cosimo, il quale, dopo l’assassinio del padre, diverrà signore di Piombino
col nome di Jacopo VII, a soli 9 anni. Jacopo VII all’età di 13 anni ebbe il privilegio di diventare il
primo principe di Piombino in quanto il 7 febbraio 1594 l’imperatore Rodolfo II elevò il feudo degli

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