In prossimità della porta “di Sarno” (III,8), invece, trovò la morte un individuo che cercava di allontanarsi dalla città dirigendosi verso Nocera; nella fuga egli aveva cercato di salvare il suo “tesoro”: un cospicuo gruzzolo di monete (49 denari e 61 aurei) (inv.161468 – 161577), alcuni gioielli, un pregiato specchio con disco decorato a sbalzo con Amorini pescatori (figura 1) e quattro coppette d’argento dalla forma semplice ed elegante (figura 2).
Nella maggior parte dei casi, tuttavia, i fuggiaschi avevano con sé, in borse di cuoio o di stoffa, solo i pochi spiccioli che sarebbero serviti per le necessità della spesa giornaliera (figura 3).
Teresa Giove
IL PATRIMONIO CHE STATE ESPLORANDO RAPPRESENTA LA MEMORIA DELLA COMUNITÀ NAZIONALE E DEL SUO TERRITORIO.
CONOSCERLO È UN DIRITTO, TUTELARLO È UN DOVERE