Page 6 - Bollettino di Numismatica - Materiali n. 33-2015
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Roma, Museo Nazionale Romano Collezione di Vittorio Emanuele III Bollettino di Numismatica, Materiali 33 (2015) Lorenzo Bellesia A frmare il contratto era la principessa di Bozzolo, evidentemente a causa dell’assenza del marito Tale contratto prevedeva il pagamento di un canone annuo di 500 scudi d’oro e l’obbligo di battere dople d’oro con l’arme et imprese di S.E. al peso et bontà di Parma et ungheri con le sudette arme et imprese di S.E. al peso et bontà di Ferrara et di Fiorenza et anco ducatoni, mezzi ducatoni, quarti de ducatoni, doppie giustine, giustine, mezze giustine et quarti di giustine alla bontà et peso di Venetia, cavalotti, grossetti, soldi, sesini al cunio et arme di S.E. al peso et bontà di Parma et possa battere una moneta con un leone da una banda di bontà de dieci danari de fno. Erano perciò previste monete d’oro, le solite doppie e ongari, sul fnire del Cinquecento assai in voga nelle zecche italiane nella Pianura Padana da Parma fno a Ferrara, passando per Modena e Mantova, e monete d’argento, come ducatoni, giustine e relativi multipli e sottomultipli, nonché monete di mistura come cavallotti, grossetti e soldi È probabile che pochissime di queste monete siano state effettivamente battute perché ci si concentrò su un’altra moneta, espressamente citata e descritta nel contratto: possa battere un quat- trino con l’arma delle quattro aquile con lettere J.C.P.B. da una banda et dall’altra F: che vuol dir 5 Flaminia con una corona, olivo palma et rosette con lettere intorno columna uxor (CNI 34-37 – Materiali 34, Appendice Pomponesco per Bozzolo: cat nn 1-4) Si trattava della contraffazione del quattrino milanese a nome di Filippo II in cui era presentata la lettera F coronata La descrizione nel contratto testimonia l’astuzia dei contraffattori che, con la complicità dei Principi, confondevano le impronte delle loro monete con quelle degli Stati più gran- di per poterle spacciare come identiche mentre in realtà erano di peso e lega inferiori, anzi, nel caso di sesini e quattrini, erano spesso di rame puro invece che di modesta mistura come le originali La F, che nella moneta milanese era l’iniziale di Filippo, nella moneta di Bozzolo diventava l’iniziale di Flaminia, la moglie di Giulio Cesare In tal modo la moneta di Bozzolo era praticamente identica a quella di Milano cambiando soltanto nelle leggende, peraltro spesso seminascoste da tondelli irregolari o stretti, e nelle aquile al posto delle bisce nel campo inquartato All’epoca il quattrino di Milano aveva ancora una minima parte d’argento che sicuramente non aveva quello di Bozzolo che doveva anche essere calante in termini di peso Lo zecchiere di Bozzolo lucrava anche su una manifattura delle monete piuttosto scadente presentando tondelli tagliati male e irregolar- mente, e risparmiando sulla fase del loro arrotondamento È anche probabile che, accanto a queste, siano state battute monete false Il 13 settembre 6 1595 il duca di Mantova Vincenzo Gonzaga scriveva al suo ambasciatore presso la corte imperiale : Crescono ad ogni giorno così notabilmente li disordini ne’ luoghi circonvicini dello Stato nostro di Mantova per la mala qualità di denari che si battono in alcune zecche di certi signorotti che il pubblico ne sente eccessivo danno, come sarebbe Castione, Gazoldo, Correggio, et Pomponesco, nelle quali non solamente si battono danari sotto li conii di loro signori di poco valore, ma anco si stampano sotto simulati impronti d’altre zecche reali per ingannare più facilmente il mondo et per farne maggior guadagno. Del resto, il fatto di aver frmato un contratto con l’Anglese, già zecchiere a Tresana da dove era fuggito per evitare l’arresto con l’accusa di aver battuto moneta falsa, testimoniava come Giulio Cesare fosse cosciente delle attività illecite che si conducevano nella sua zecca Il secondo contratto noto è quello del 21 aprile 1605 col milanese Pompeo Vismara per la lo- catio cecche Bozzuli . Questo contratto, di durata quinquennale, sanciva il defnitivo trasloco della 7 zecca a Bozzolo ma purtroppo non descriveva dettagliatamente alcuna moneta limitandosi ad elen- care i soliti nominali: scudi d’oro, ongari, doppi ongari, dople d’oro da due et da quattro con l’armi et imprese di S.E. del peso et bontà secondo l’uso di questa cecca simile a quel di Modona et anco ducatoni, mezzi ducatoni, quarti di ducatoni, doppie giustine, giustine, mezze giustine et quarti di giustine di peso et bontà secondo l’uso di questa cecca simili a quel di Venetia. 6
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