Page 6 - Bollettino di Numismatica - Materiali n. 31-2015
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Roma, Museo Nazionale Romano Collezione di Vittorio Emanuele III Bollettino di Numismatica, Materiali 31 (2015) Stefano Di Virgilio scappare un pezzo così importante e prestigioso, ma all’epoca aveva solo 11 anni e la sua passione per la numismatica era appena cominciata. 8 Questa moneta, del diametro di 42 mm e del peso di g 28/29 rappresenta in effetti la prima moneta di grosse dimensioni emessa nello Stato pontifcio, pur essendo però una moneta battuta sul piede bolognese, ovvero multipla del bolognino. Al dritto appare lo stemma papale sormontato dalle chiavi decussate e dalla tiara; al rovescio una bellissima rappresentazione di san Petronio seduto di tre quarti, con la città sulle ginocchia e un grande stemma di Bologna. Autore di questa moneta fu Alessandro Menganti: la rappresentazione del santo patrono di Bologna è in effetti molto simile alla grande statua bronzea, che è l’opera più importante del Menganti, collocata tuttora sulla facciata del Palazzo Comunale dal lato di Piazza Maggiore. Di questa moneta M. Chimienti cita anche gli ordini di battitura per gli anni 1586 e 1590, quindi dell’epoca di Sisto V, ma con le insegne di questo Pontefce non se ne conosce alcun esemplare . Sotto il pontifcato di Sisto V, ma solo nel 9 1588, verrà invece coniata nella zecca di Roma la prima piastra papale, col busto del Pontefce al dritto e san Francesco al rovescio; valeva 10 giulii e pesava, come i coevi ducatoni italiani, circa g 31,5. Questa fu la prima di una lunga serie di bellissime monete di grande modulo che vennero battute nello Stato pontifcio, quasi tutte nella zecca di Roma, per circa due secoli, tramandando una spettacolare sequenza di ritratti dei pontefci al dritto e di monumenti e allegorie al rovescio. Nel 1573 l’appalto della zecca di Bologna venne affdato a Battista Del Gambaro, che resse quest’uffcio fno al 1578. Di questa locazione F. Malaguzzi Valeri ricorda le massicce coniazioni 10 di moneta bassa da 6 e da 12 quattrini, effettuate per accondiscendere le continue richieste . Nel 1578 l’appalto di zecca passò per due anni a Paolo De Canonici e poi, nel 1580, nuovamente a Battista Del Gambaro che la resse fno al 1590 assieme al fglio Pietro . Anche per questo periodo 11 F. Malaguzzi Valeri cita documenti di zecca che attestano massicce emissioni di moneta minuta 12 nuova . Queste grandi emissioni erano ripetute probabilmente per cercare di contrastare l’affusso spropositato di moneta equivalente, ma molto scadente, che proveniva dagli stati esteri; gran parte di queste monete erano altresì contraffatte e una soluzione venne tentata nel 1591, con l’emissione di un nuovo tipo di quattrino che andava a sostituire quelli vecchi. Durante il pontifcato di Gregorio XIII a Bologna venne anche costruita la nuova sede della zecca, la cui facciata esiste ancora oggi. Il 23 marzo 1577 il Senato, considerate le esigenze sempre più stringenti della produzione monetaria, deliberò con urgenza di dare incarico agli Assunti alla zecca di trovare un altro sito più confacente. La vecchia, e ormai del tutto insuffciente, offcina monetaria si trovava presso la casa all’insegna del Leone in via Clavature; gli Assunti scelsero per la nuova sede la via San Felice, nei pressi del centro della quale procedettero all’acquisto di alcuni immobili delle famiglie Pellegrini e Baldi con lo scopo di abbatterli per costruire un nuovo edifcio. Chiusa la vecchia offcina monetaria si optò per una sede temporanea presa in afftto dal conte Girolamo Pepoli, sulla cui ubicazione però non ci sono notizie certe . L’incarico per il 13 progetto della nuova sede della zecca venne affdato a Scipione Dattari, ingegnere e architetto, il quale, già dal 1566, sovrintendeva a diversi lavori per la città, in particolare opere idrauliche e di 14 rafforzamento delle difese (restauro delle mura e dei baluardi) . La costruzione del nuovo palazzo della zecca cominciò il 29 gennaio 1578 e si completò il 12 maggio 1583; nel 1889, in base al piano regolatore, l’edifcio venne demolito, ma la facciata venne ricostruita, identica all’originale, nella piccola via della Zecca, esattamente sul lato opposto rispetto a dov’era prima, in quella che oggi è via Ugo Bassi. L’edifcio della zecca di Bologna è altresì effgiato in una medaglia di Pio IX, emessa in occasione della visita all’offcina che vi fece il Pontefce l’8 luglio 1857 . 15 6
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