Page 5 - Bollettino di Numismatica on line Materiali n. 27-2015
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Roma, Museo Nazionale Romano Collezione di Vittorio Emanuele III BdN online, Materiali 27 (2015) Lorenzo Bellesia La zecca di MirandoLa Parte III Alessandro II Pico (1637-1691) e Francesco Maria Pico (1691-1706) di Lorenzo Bellesia Sono qui descritte le monete di Mirandola della Collezione Reale battute a nome di Alessandro II Pico, tra cui compaiono anche alcune anonime ma attribuibili al periodo del suo governo. Seguo- no le monete battute durante l’assedio del 1704. Alessandro II Pico (1637-1691) Al momento della successione di Alessandro I, il nipote Alessandro II era ancora minorenne per cui fu posto sotto la tutela della madre e della zia. All’età di 17 anni, nel 1648, assunse diretta- mente il potere. Sposò nel 1656 Anna Beatrice d’Este, fglia di Alfonso III duca di Modena. Il loro primogenito, Francesco, destinato alla successione, morì nel 1689. Il testamento di Alessandro no- minò allora come successore il nipote, Francesco Maria. L’attività della zecca L’ordinamento delle emissioni di Alessandro II è molto complesso poiché manca quasi del tutto la documentazione d’epoca e bisogna distribuire le monete in un arco di tempo lunghissimo e in un periodo di decadenza e di gravi diffcoltà economiche che stavano portando le piccole signorie, come appunto quella dei Pico, alla fne. Nel diploma del 21 febbraio 1639 l’imperatore Ferdinando III, rivolgendosi alla tutrice di Alessan- dro II, Maria Pico, confermava anche la facoltà di battere moneta ma probabilmente l’attività della 1 zecca non era cessata con la morte di Alessandro I nel 1637. Sia con l’anno 1638 che senza millesimo sono noti dei talleri del leone di tipo olandese. Queste monete sono anonime e senza indicazione di zecca, ma hanno il loro valore espresso in italiano e in bolognini. La moneta era conosciuta già da Affò e Zanetti e quest’ultimo, in nota all’Affò, la 2 attribuì a Bozzolo ma aggiungendo di dubitare se detta moneta appartener debba piuttosto alla zecca della Mirandola, dove praticavasi conteggiare a bolognini. Il Corpus (CNI IV, p. 61 n. 81, cat. n. 360) pubblicò un esemplare della Collezione Reale sotto Bozzolo specifcando in nota che Affò l’attribuisce a Bozzolo. Le date conosciute su altre denominazioni sono: - 1649 su contraffazioni della lira mantovana (CNI IX, p. 175 nn. 1-7, cat. nn. 399-408), simili a quelle già battute sotto Alessandro I; - 1661 su monete da una lira (CNI IX, p. 176 n. 8, cat. n. 411, erroneamente defnita testone); - 1669 su monete da una lira (CNI IX, p. 176 nn. 9-13, cat. nn. 426-432, erroneamente defnita testone) e un cavallotto (CNI IX, p. 177 nn. 14-22, cat. nn. 434-444, erroneamente chiamato paolo). Queste due ultime monete portano le lettere E T, sicuramente le iniziali di un altro zecchiere 3 ebreo molto attivo nella zona, Elia Teseo . Le monete sono comunissime, in particolare la lira che rimase in circolazione a lungo tanto da essere citata nelle tariffe modenesi fno al 1731. Probabil- mente il cavallotto valeva 5 bolognini e quattro di essi equivalevano ad una lira. Altre date sono indicate dai bandi bolognesi che tentavano di arginare l’invasione dei quattrini mirandolesi perché più leggeri di quelli locali. Già il 20 maggio 1636, quindi sotto Alessandro I, ne 5
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