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Ripostiglio di stateri corinzi

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Sequestri – Ripostiglio di stateri corinzi

Lista Monete

Foto dritto/rovescio Num. Inv. Stato Autorità Zecca Nominale Cronologia Cat
Foto dritto Foto rovescio 94447 Corinthia Non precisabile Corinto statere 350/340 - 305 a. C. ca. I.1.1
Foto dritto Foto rovescio 94473 Corinthia Non precisabile Corinto statere 350/340 - 305 a. C. ca. I.1.2
Foto dritto Foto rovescio 94450 Corinthia Non precisabile Corinto statere 350/340 - 305 a. C. ca. I.1.3
Foto dritto Foto rovescio 94437 Corinthia Non precisabile Corinto statere 350/340 - 305 a. C. ca. I.1.4
Foto dritto Foto rovescio 94458 Corinthia Non precisabile Corinto statere 350/340 - 305 a. C. ca. I.1.5
Foto dritto Foto rovescio 94470 Corinthia Non precisabile Corinto statere 350/340 - 305 a. C. ca. I.1.6
Foto dritto Foto rovescio 94461 Corinthia Non precisabile Corinto statere 350/340 - 305 a. C. ca. I.1.7bis
Foto dritto Foto rovescio 94446 Corinthia Non precisabile Corinto statere 350/340 - 305 a. C. ca. I.1.7
Foto dritto Foto rovescio 94438 Corinthia Non precisabile Corinto statere 350/340 - 305 a. C. ca. I.1.8
Foto dritto Foto rovescio 94467 Corinthia Non precisabile Corinto statere 350/340 - 305 a. C. ca. I.1.9
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Un ripostiglio di stateri corinzi dal commercio numismatico

La comparsa sul catalogo di vendita di monete di un'asta torinese, nel novembre del 2008, di un consistente nucleo di stateri della zecca di Corinto, omogenei per cronologia (IV secolo a.C.) e tipologie, comprendente numerosi esemplari ripetitivi, messi in vendita sia singolarmente, sia in lotti di 11-12 monete ciascuno, ha spinto la Soprintendenza per i Beni Archeologici del Piemonte a richiedere una verifica sulla loro provenienza ai Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale, Nucleo di Torino. Le indagini dei Carabinieri hanno permesso di risalire ad un unico mandante a vendere, che non è risultato in grado di documentare la provenienza delle monete dal mercato legale. Nel frattempo una parte consistente degli stateri (43 esemplari) veniva presentata all'Ufficio Esportazione di Torino. Nel febbraio del 2009, dunque, il Nucleo Carabinieri T.P.C. ha provveduto al sequestro dei lotti in partenza presso la ditta venditrice, per evitarne la dispersione al di fuori dei confini nazionali. Il procedimento si è infine concluso con decreto del Tribunale ordinario di Torino dell'8 aprile 2010, che ha sancito l'assegnazione delle monete allo Stato. Le ragioni esposte dalla Soprintendenza circa la probabile provenienza da un ripostiglio antico dall'Italia meridionale o dalla Sicilia, nel quadro del ben noto fenomeno di circolazione della moneta corinzia nell'Occidente greco, sono state ritenute attendibili dall'autorità giudiziaria.

Le caratteristiche dell'insieme sono quelle dei ripostigli della fine del IV secolo a.C., con una assoluta predominanza di stateri del V periodo della classificazione di Oscar Ravel.

In tutti i ripostigli noti, agli stateri di Corinto sono associati, in quantità minoritaria, stateri di tipo corinzio di altre zecche o monete siceliote. Questo elemento, oltre alla assoluta mancanza di elementi conoscitivi al riguardo, induce a ritenere che quanto è sopravvissuto del complesso associato sia solamente una parte di un insieme, potenzialmente anche molto più numeroso, del quale sarà comunque impossibile ricostruire in futuro i contorni esatti.

Inutile sottolineare il danno scientifico, oltre che quello inferto al patrimonio culturale pubblico, causato da questo tipo di dispersione dei rinvenimenti numismatici, e quanto ancora sia necessario che, nel nostro paese, il commercio numismatico assuma la sua parte di responsabilità nella fondamentale collaborazione tra privati e istituzioni per la salvaguardia del patrimonio numismatico antico.

Federico Barello

 

  • Notiziario n. 3–2013, pp. 129-136 Sfoglia il volume  Apri il volume
  • Notiziario n. 3–2013, pp. 242-251 Sfoglia il volume  Apri il volume

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