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Il Medagliere del Museo Archeologico Nazionale di Napoli
Il tesoro della Casa del Menandro
Monete ed attività economiche a Pompei

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Monete ed attività economiche a Pompei – Il tesoro della Casa del Menandro

Lista Monete

Foto dritto/rovescio Num. Inv. Stato Autorità Zecca Nominale Cronologia Cat
Foto dritto Foto rovescio 145503/9 Roma, Impero Nerone Roma aureo 60-61 d.C. I.1.1
Foto dritto Foto rovescio 145503/1 Roma, Impero Vespasiano per Tito Roma aureo 71-72 d.C. I.1.2
Foto dritto Foto rovescio 145503/8 Roma, Impero Vespasiano per Tito Roma aureo 78-79 d.C. I.1.3
Foto dritto Foto rovescio 145504/44 Roma, Repubblica C.Hosidius Roma denario 82 a.C. I.1.4
Foto dritto Foto rovescio 145504/20 Roma, Repubblica P.Crepusius Roma denario 68 a.C. I.1.5
Foto dritto Foto rovescio 145504/16 Roma, Impero Galba Roma denario 68-69 d.C. I.1.6
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Il tesoro della Casa del Menandro

Il più significativo e famoso dei “tesori” rinvenuti a Pompei link esterno è quello recuperato nella casa del Menandro link esterno(I 10, 4.14-17), appartenuta molto probabilmente, a partire dalla tarda età repubblicana, alla famiglia dei Poppaei.
In questa grande dimora, che prende il nome da un affresco raffigurante il commediografo Menandro, al momento dell’eruzione del 79 d.C. erano in corso lavori di ristrutturazione; pertanto nella cantina sita al di sotto delle terme erano stati riposti con cura in una cassa di legno con rifiniture in bronzo gli oggetti preziosi della famiglia (figura 1): l’argenteria, i gioielli, le monete. I proprietari appartenevano indubbiamente ad un ceto sociale elevato, lo conferma il ricco servizio di argenteria composto da 108 pezzi (esposti nella sala 88) (figura 2) comprendente il vasellame da tavola (argentum escarium), quello per bere (argentum potorium) e quello da toeletta (argentum balneare) (figura 3, figura 4, figura 5, figura 6, specchio inv.145524, skyphos inv.145506) e i numerosi e pregiati gioielli (figura 7, figura 8, figura 10) custoditi in un cofanetto di legno con guarnizioni in osso insieme a un cospicuo gruzzolo di monete (13 aurei e 33 denari d’argento) (inv.145503-14550) del valore complessivo di 1432 sesterzi (figura 9).

Teresa Giove

 

Museo Archeologico Nazionale di Napoli. Cassa di legno con rifiniture in bronzo.Museo Archeologico Nazionale di Napoli. Vetrina con gli argenti rinvenuti nella Casa del Menandro, Pompei.Museo Archeologico Nazionale di Napoli, inv. 145514. Calice d’argento con rami d’olivo dalla Casa del Menandro, Pompei.Museo Archeologico Nazionale di Napoli, inv. 145504. Coppa d’argento a pareti cilindriche e base anulare dalla Casa del Menandro, Pompei
Figura 1 – CassaforteFigura 2 – Vetrina argentiFigura 3 – inv.145514Figura 4 – inv.145504
Museo Archeologico Nazionale di Napoli, inv. 145505. Coppa d’argento a pareti cilindriche e base anulare da Pompei, Casa del Menandro.Museo Archeologico Nazionale di Napoli, inv. 145506. Coppa d’argento a pareti cilindriche e base anulare da Pompei, Casa del Menandro.Museo Archeologico Nazionale di Napoli, inv. 145483. Parte dei gioielli rinvenuti in un cofanetto assieme a un gruzzolo di monete nella Casa del Menandro a Pompei.Museo Archeologico Nazionale di Napoli, inv. 145484. Parte dei gioielli rinvenuti in un cofanetto assieme a un gruzzolo di monete da Pompei, Casa del Menandro.
Figura 5 – inv.145505Figura 6 – inv.145506Figura 7 – inv.145483Figura 8 – inv.145484
Vetrina del Museo Archeologico Nazionale di Napoli, con gioielli e monete rinvenuti in un cofanetto nella Casa del Menandro a Pompei.Museo Archeologico Nazionale di Napoli, Bulla d’oro rinvenuta nella Casa del Menandro di Pompei.Pompei, Casa del Menandro. Ambiente sotterraneo in cui si rinvenne la cassa delle argenterie. SSBANP/AF, Neg C 1755Pompei, Casa del Menandro. Ambiente della casa del procuratore in cui si rinvenne il sigillo di Quinto Poppeo Erote e nella quale erano depositati numerosi vasi bronzei di pregio. SSBANP/AF, Neg C 1892
Figura 9 – Oreficeria e moneteFigura 10 – Bulla inv.145490Figura 11 – Ambiente sotterraneo in cui si rinvenne la cassa delle argenterieFigura 12 – Ambiente in cui si rinvenne il sigillo di Quinto Poppeo Erote

 


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