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Il Medagliere del Museo Archeologico Nazionale d’Abruzzo – Villa Frigerj

Museo Nazionale Archeologico, Chieti

Il museo Informazioni
Museo Archeologico Nazionale d’Abruzzo – Villa Frigerj Museo Archeologico Nazionale d’Abruzzo – Villa Frigerj

Inaugurato nel 1959 alla presenza del Presidente della Repubblica Gronchi dall’allora Soprintendente Valerio Cianfarani, il Museo Archeologico Nazionale d’Abruzzo ha conosciuto agli inizi degli anni ‘80 una profonda trasformazione che ne ha determinato l’assetto espositivo fino al 2011 quando, a seguito di interventi strutturali sull’edificio e delle novità emerse da ricerche e scavi recenti, è stato proposto un nuovo, e moderno, allestimento del primo piano e delle prime due sale a sinistra del piano terreno. Immutato è rimasto invece il Monetiere, a conferma della validità del progetto espositivo che nel 1985 ha permesso al Museo di ottenere una Special Commendation: l’European Museum of the Year Award 1984 [A.F.]

 

Peligni, Frentani, Marrucini, Vestini, Sabini ...
Regio quarta gentium fortissimarum Itialie.

Plinio, Naturalis Historia, 3, 28; 106.

Per il rinnovato allestimento del Museo Archeologico Nazionale d’Abruzzo di Villa Frigerj, i reperti archeologici acquistano il loro straordinario valore di monumento soprattutto per lo stretto riferimento al contesto di appartenenza, nella consapevolezza che la scelta dei reperti e dei contesti è solo una della possibili, nell’ambito delle proposte del percorso espositivo.
Il Museo Nazionale nasce dal territorio e si riferisce alla straordinaria varietà dei comprensori che formano una regione non a caso sempre citata al plurale: gli Abruzzi costituiscono nel tempo una realtà diversificata, ma sostanzialmente omogenea, pur nella forte caratterizzazione dei paesaggi e delle culture.
Dalla originaria unitarietà della connotazione sabina, le fonti classiche hanno tramandato fino a noi la loro visione di un territorio abitato dalle popolazioni più forti d’Italia: Peligni, Marrucini, Frentani, Vestini, Sabini …
A questi occhi romani della storia antica il Museo risponde con uno sguardo sulla cultura materiale come fonte diretta di ricostruzione storica: appaiono diversità, si rendono evidenti le somiglianze e le identità di concezioni e ideologie. Vasi, bronzi, armi, statue, iscrizioni, oggetti di uso quotidiano offrono un panorama autonomo e senza mediazioni (che non siano quelle della nostra cultura) della situazione locale.
La riscrittura del percorso espositivo è stata complessa, perché complessa è la storia della formazione dei popoli nella regione, con molti passaggi ancora da approfondire. Nonostante le lacune di conoscenza, era tempo che almeno i dati acquisiti fossero narrati per il lungo periodo di tempo, tra la fase iniziale dell’Età del Ferro e l’Alto Medioevo, in cui si annunciano e poi si consolidano quei caratteri che contraddistinguono la regione nel quadro dell’archeologia italiana.
Dall’intenzione di presentare in modo chiaro e accessibile al pubblico più vasto, pur nel rispetto della scientificità dei dati, una rassegna organica dei dati archeologici disponibili, da quelli ormai “storicizzati” a quelli risultanti dalle indagini più recenti, si è concretizzata la connotazione di un Museo come luogo centrale e rappresentativo della Regione, con la strutturazione del percorso secondo sistemi etnico-territoriali.
E’ stato reso evidente in tal modo il segno distintivo dell’Abruzzo: la segmentazione di entità etniche molto caratterizzate in epoca storica, dal comprensorio Vestino all’area Sangritana, dalle tribù confinanti con il Lazio a quelle a contatto con il mondo Piceno e a quelle insediate nell’area centrale.
E’ quindi percepibile, dalla esposizione e dai continui riferimenti, come la collocazione geografica, politica ed economica di queste popolazioni antiche sia da inserire nell’ambito degli scenari più vasti del Mediterraneo e dei territori oggi compresi in Europa. Tale panorama ampliato al mondo allora conosciuto può rendere comprensibile la presenza di autentici capolavori di artigianato artistico in una regione che è apparsa tradizionalmente isolata, ma che ha invece vissuto nelle epoche italica e romana un significativo periodo di scambio culturale con la civiltà celtica, etrusca, picena, laziale, magnogreca, greca e orientale, che dall’arcaismo, attraverso l’ellenismo, giunge alle manifestazioni tardo antiche e paleocristiane di una società perfettamente integrata nella koinè del mondo allora conosciuto.
Attraverso il Museo e il suo allestimento, la storia diviene visibile e concreta; il passato entra nel presente, la memoria diventa continuità di vita.

M. Ruggeri, R. Tuteri

 

Altre notizie sul Museo e sulle sue collezioni  sul sito del Museo
(in link http://www.archeoabruzzo.beniculturali.it/manda1.html link esterno )

 

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