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IL MONETIERE DEL MUSEO DI ANTICHITÀ: STORIA DELLE COLLEZIONI
Parlare delle Collezioni numismatiche dei Musei Reali significa affrontare un patrimonio
numismatico di quasi 60000 elementi, tra monete antiche e moderne, medaglie e anche sigilli,
contando esclusivamente la collezione “storica”, patrimonio che si amplia se si considerano
anche i materiali provenienti dagli scavi archeologici stratigrafici effettuati dalla Soprinten-
denza archeologica negli ultimi 40 anni.
Ma è anche aprire lo sguardo su una miriade di percorsi e di punti di vista che ci aiutano
meglio a comprendere la società (o meglio, le società) di ieri, sia quella che ha utilizzato una
data moneta, sia quella che quella moneta ha iniziato a conservarla e collezionarla, sia diversi
aspetti di tali società, di vita economica, di diverso trattamento di genere, di apertura verso
l’impegno sociale da cui possiamo trarre spunti di riflessione ancora oggi.
Una moneta da collezione, o una intera collezione numismatica, per quanto spesso siano
ritenuti campi di interesse di addetti ai lavori o collezionisti estremamente specifici e settoriali,
gettano un ponte per meglio comprendere questi aspetti storici e culturali e come tali sono l’oc-
casione per tutti per riflettere sia sulla nostra Torino passata, sia su aspetti del sociale più ampi.
Il patrimonio dei Musei Reali, costituitisi come museo autonomo dello Stato nel 2015,
vede la riunione di due grandi medaglieri torinesi con storia, genesi, struttura e organizza-
zione diverse: il Monetiere del Museo di Antichità da un lato, e il Medagliere Reale dall’al-
tro. Se quest’ultimo, come si è visto recentemente, è un nucleo collezionistico di per sé ben
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codificato e sedimentato nel tempo, creato nel 1833 per volontà del sovrano Carlo Alberto ,
decisamente più complessa e articolata è la storia del medagliere legato fin dalle origini al
museo archeologico e alle sue vicende e che, come tale, ha mutato nel corso dei secoli la sua
essenza di raccolta collezionistica di monete antiche per accogliere anche reperti numismatici
più strettamente archeologici con precisa provenienza da contesti del territorio piemontese.
Per tale ragione è divenuta prassi comune all’interno dei Musei Reali di identificarlo con la
definizione di Medagliere del Museo di Antichità, descrizione che racchiude in sé la storia e
l’essenza di tale raccolta numismatica.
Il Monetiere del Museo di Antichità comprende oltre 26000 monete (recanti Inventario
di Stato) suddivise tra la c.d. “Collezione Storica” più numerose acquisizioni successive pro-
venienti dal territorio distinguibili in “ripostigli” (oltre 6000 pezzi) e “monete dal territorio”.
I materiali provengono sia da donazioni o raccolte soprattutto di collezionisti ottocenteschi,
sia da sequestri, sia dai ritrovamenti archeologici sul territorio operati dall’ex Soprintendenza
Archeologica, tanto più importanti perché collegati a precisi contesti di rinvenimento e scien-
tificamente documentati.
1. La genesi formativa: le prime collezioni sabaude
Per quanto riguarda la sua storia di formazione, non possedendo i più antichi inventari
seicenteschi di casa Savoia e i registri di entrata del momento della creazione del museo nel
1724, non risulta sempre agevole ricostruire i nuclei di formazione più antichi.
Il trattato di Hubert Goltz, C. Iulius Caesar, del 1563 menziona già con Emanuele Filiber-
to di Savoia e sua Moglie Margherita di Valois (figg. 1-2) la presenza di almeno una raccolta
ducale, ma forse, più probabilmente, di due consistenti medaglieri, in quanto la sovrana stes-
sa, figlia di Francesco I di Francia, era una grande cultrice delle arti e aveva fatto della sua
città natale, Bourges, un centro culturale di grande importanza. Di tali nuclei collezionistici,
Il MonetIere del Museo dI AntIchItà: storIa delle collezIonI E. Panero
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