Page 5 - Bollettino di Numismatica on line - Materiali n. 6-2013
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Roma, Museo Nazionale Romano	                            Collezione di Vittorio Emanuele III
BdN online, Materiali 6 (2013)                                               Lorenzo Passera

                                 La zecca di Padova

                                     di Lorenzo Passera

Storia degli studi
      La storia degli studi sulla zecca medievale di Padova ha potuto contare sin dal 1700 su una

particolare attenzione da parte dei ricercatori. Il primo lavoro monografico su Padova venne edito
nel 1750 in lingua latina ad opera di Giovanni Brunacci1 a cui seguì nel 1783 il contributo (in italia-
no) di Gianbattista Verci2. Le due ricerche tentarono un inquadramento delle emissioni padovane
in relazione alla storia politica cittadina ma uno studio complessivo apparve solo nel 1903 con una
monografia di Luigi Rizzoli Jr. e Quintilio Perini3. Il Corpus Nummorum Italicorum basò le classi-
ficazioni proprio sugli studi di Rizzoli e Perini e la zecca di Padova venne compresa nel VI tomo
dedicato alle zecche minori del Veneto edito nel 19224; da allora il Corpus è rimasto la principale
base di riferimento per le classificazioni di monete padovane. La ricerca successiva ha prodotto di-
versi contributi che rimettono in discussione alcune assegnazioni alle autorità che emisero moneta
in Padova e, nel presente lavoro, tenteremo di dar conto soprattutto di queste variazioni e nuove
datazioni. A parte un intervento di Benjamin G. Kohl, poco attento però al dato numismatico, inse-
rito in un approfondito contributo monografico sulla signoria dei da Carrara a Padova5, numerosi
interventi recenti, in particolare, sono il frutto degli studi specifici di Andrea Saccocci che ha in cor-
so di preparazione una monografia tematica sull’argomento ma le cui linee principali sono già state
presentate in diverse occasioni6. Tali ricerche sulla zecca di Padova sono il risultato di un’analisi
complessiva delle strutture monetarie del Triveneto tra XII e XV secolo e probabilmente solo con la
pubblicazione del MEC 127 il quadro si presenterà aggiornato e con tutte le novità sull’argomento.
In questo lavoro di sintesi si cercherà quindi di indicare quali sono le principali novità rispetto al
catalogo del CNI soprattutto riguardo a cronologia e autorità emittenti.

Fase comunale e vicariato imperiale
      Il diritto di zecca a Padova ci è testimoniato da un documento del 1049 (conosciuto in copia)

in cui l’imperatore Enrico concede alla città, ed in particolare al suo vescovo Bernardo, di battere
moneta8: ciononostante non pare siano state coniate monete di Padova fino all’ultimo quarto del
XIII secolo. L’atto di concessione si giustifica probabilmente con la particolare situazione monetaria
del Triveneto nell’XI secolo: alla metà di questo secolo, al momento cioè della concessione impe-
riale, la moneta più diffusa era il denaro ufficiale veronese basato sulla libra veronensium ma si
stavano sempre più diffondendo monete veneziane di argento impoverito che invadevano il mer-
cato provocando la sparizione della moneta di Verona che veniva tesaurizzata. Con l’atto del 1049
le autorità imperiali tentarono probabilmente di limitare la circolazione di moneta svilita veneziana
che irrimediabilmente sarebbe affluita alla camera imperiale se utilizzata per il pagamento delle ren-
dite. Il documento di concessione al vescovo Bernardo contiene l’interessante specifica secondo cui
la nuova moneta di Padova avrebbe dovuto esser coniata ad pondus moneta Veronensis, avrebbe
cioè dovuto rispettare gli standard di peso della moneta ufficiale di Verona. Sollecitare altre zecche
venete (di circa vent’anni prima è l’atto di concessione ad Aquileia) a produrre monete di standard
ufficiale poteva rappresentare una soluzione concreta9. L’inizio effettivo dell’attività della zecca di
Padova coincide invece con le ultime fasi della sua vita comunale, in cui il territorio si allargò e la
città consolidò il suo potere politico. Nonostante non vi sia una lettura univoca sulle motivazioni
che indussero la Repubblica ad emettere moneta, gli studiosi concordano nel ritenere che le pri-
me emissioni siano denari dal tondello scodellato databili al periodo ante 1271-1328 (CNI VI, pp.

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