Page 5 - Bollettino di Numismatica - Materiali n. 44-2016
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Roma, Museo Nazionale Romano Collezione di Vittorio Emanuele III Bollettino di Numismatica, Materiali 44 (2016) Giorgio Fusconi La zecca di Piacenza Dalle prime emissioni (metà sec. VIII ca.) a Clemente VII (1523-1534) di Giorgio Fusconi Introduzione Le prime testimonianze della presenza di una zecca a Piacenza risalgono alla metà dell’VIII secolo, ma non è ancora del tutto chiaro se vi siano stati periodi di attività anche nei secoli prece- 1 denti Recentemente si è ipotizzato che fn dall’età romana potessero essere state coniate alcune monete, ma è solo tra la fne dell’età longobarda e l’inizio di quella carolingia che abbiamo la cer- tezza della presenza di una zecca sicuramente attiva Sono infatti noti alcuni atti notariali, datati fra il 758 e l’818, in cui fgurano come testimoni, insieme ad alte autorità del Ducato (Gastaldi, Vescovi 4 5 2 e Conti), sette monetieri (Garimund , Ambrosius, Aldoni, Davet, Ariberto , Donusdei e Giselperti ) 6 3 presumibilmente membri di una corporazione con tradizioni ereditarie Tuttavia, nonostante l’ele- 7 vato numero di monetieri noti , non molte sono le monete di questo periodo che possono essere 8 attribuite alla zecca di Piacenza La prima , e la più nota, è un raro tremisse stellato dell’ultimo dei 9 re longobardi, Desiderio (756-774), riportante al rovescio la leggenda flavia PlaCentia avGvSta Un 10 esemplare di questa moneta venne pubblicato per la prima volta dal Feuardent e descritto suc- 11 cessivamente dal Pallastrelli , il quale tentò inutilmente di acquistarlo prima che esso entrasse a 12 13 far parte delle collezioni del British Museum, dove è tuttora conservato Gli estensori del Corpus 14 Nummorum Italicorum censirono poi un altro esemplare presso il Museo Civico di Brescia mentre altri tre si trovano al Museo di Antichità di Torino , al Fitzwilliam Museum di Cambridge e ai Musei 16 15 di Palazzo Farnese di Piacenza 17 Per quanto riguarda invece la prima fase dell’età carolingia, una moneta che può essere attribuita alla zecca di Piacenza è un denaro di tipo leggero emesso tra il 781 e il 794 (anno di introduzione del denaro di tipo pesante) di cui sono noti solamente due esemplari che facevano parte del ripostiglio di Ilanz , già assegnati alla zecca di Piacenza dal Lafaurie e, 18 19 recentemente, anche dalla Pardi Di diverso avviso L Bellesia che attribuisce la moneta alla 20 zecca di Parma Il dritto presenta nel campo la leggenda su due righe Caro / lvS mentre al 21 rovescio sono le lettere (rx) f con, a sinistra, un monogramma che sembra essere composto dalle lettere Pla (fg. 1) 22 Figura 1 – Riproduzione del monogramma Pla presente sui due esemplari di denari “leggeri” provenienti dal ripostiglio di Ilanz (disegno dell’autore) Vi è poi un altro denaro di tipo leggero pubblicato dal Biaggi e ripreso successivamente da 23 Bellesia e Crocicchio , riportante un monogramma molto simile al precedente posto però alla 25 24 destra delle lettere (rx) f anziché alla loro sinistra; il primo autore lo assegna dubitativamente alla 5
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