Page 5 - Bollettino di Numismatica - Materiali n. 30-2015
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Roma, Museo Nazionale Romano Collezione di Vittorio Emanuele III Bollettino di Numismatica, Materiali 30 (2015) M Bazzini - A Toffanin La zecca di MiLano Da Giovanni Maria Visconti (1402-1412) a Gian Carlo e Estore Visconti (1412) di Marco Bazzini e Alessandro Toffanin Il contesto storico Alla morte di Gian Galeazzo Visconti (3 settembre 1402) lo Stato fu diviso tra i due fgli legit- timi Giovanni Maria e Filippo Maria, minorenni e sottoposti a tutela, e l’illegittimo Gabriele Maria. Al primo spettò il titolo ducale e la parte più grande dell’eredità, mentre a Filippo Maria il titolo di 1 conte di Pavia. Gabriele Maria ebbe invece la Signoria di Pisa e di Crema . Gli anni successivi saranno caratterizzati da una grande debolezza di governo, dal rafforzamen- to delle fazioni politiche dei guelf e dei ghibellini, da malvagi e ambiziosi signori locali in cerca di riscatto, dall’esercito in mano a comandanti mercenari pronti ad approfttare della situazione per assicurarsi territori e titoli a scapito di quel ducato che avrebbero dovuto difendere. Lo Stato viscon- teo creato da Gian Galeazzo fu rapidamente e progressivamente smembrato e alla fne del 1404 i dominî milanesi si erano ristretti alla sola zona lombarda . 2 Il testamento di Gian Galeazzo prevedeva che Caterina Visconti avesse cura, gubernatio et administratio dei due fgli ma che le questioni politiche e di governo fossero esaminate insieme a un consiglio segreto. La tutela di Giovanni Maria sarebbe dovuta durare fno al compimento dei vent’anni (alla morte del padre non aveva ancora quattordici anni), mentre quella di Filippo Maria solamente fno ai quindici anni (il 23 settembre di quell’anno ne avrebbe compiuti dieci). Caterina morirà però il 17 ottobre 1404, forse avvelenata, lasciando il Ducato e i fgli in balìa di una serie di personalità ambigue, faziose e disoneste, che si raccoglieranno attorno ad Antonio e Francesco Visconti. I due fratelli discendevano da Umberto Visconti, fratello di Matteo I († 1322); nel 1385 avevano patteggiato per i fgli di Bernabò seguendoli nell’esilio. Tornati a Milano in seguito alla scomparsa di Gian Galeazzo, avevano immediatamente cominciato a cospirare contro Giovanni Maria e Caterina, fno al tragico epilogo dell’ottobre 1404. Benché duca de iure, Giovanni Maria si trovava ora alla mercé dei due Visconti che de facto controllavano il consiglio segreto di reggenza e erano i veri governatori del Ducato. Spinti dalla necessità di trovare nuovi alleati, si unirono a Mastino, Estore e Giovanni di Carlo Visconti, discendenti di Bernabò e ai quali il duca fu costretto a fare numerose concessioni, tanto da dare l’impressione che a vent’anni di distanza si espiasse il col- po di stato di Gian Galeazzo del 1385 . Nel febbraio del 1405 sembrò che il Comune, esautorando 3 Giovanni Maria da qualunque ingerenza nel governo della città, prendesse il sopravvento sul Duca . 4 L’allontanamento da Milano di Antonio e Francesco Visconti alla fne del 1405 e la loro morte nella seconda metà del 1408, per Giovanni Maria e il fratello Filippo non signifcarono affatto il recupero dell’autonomia decisionale: il condottiero Facino Cane stava infatti per diventare il vero padrone del Ducato. Tra l’estate del 1407 e quella dell’anno successivo fu consigliere ducale Carlo 5 Malatesta, che cercò di rimettere un po’ d’ordine nelle esangui risorse fnanziarie ducali . Il Malate- sta lasciò Milano alla fne dell’agosto 1408; all’inizio di novembre del 1409, dopo una guerra contro il Duca, Facino Cane entrava solennemente in città con tutto il suo esercito e con il titolo di gover- natore. Poco dopo occupò anche Pavia, imponendo a Filippo Maria il suo volere. Da questo mo- mento fno alla morte, fu Facino Cane a governare lo Stato e i documenti emessi dalla cancelleria recarono la formula “per ordine del duca e del governatore”. Il 16 maggio 1412 morirono entrambi, il Duca e il suo governatore: il primo assassinato, il secondo per un attacco di gotta. Poche ore dopo 5
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